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June 30, 2024
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40 anni di Pride a New York, Riccardo Costa: in Italia i diritti arretrano

Intervista al responsabile italiano LGBTQIA+ dei Comitati italiani all'estero

Monica StranierobyMonica Straniero
Il sindaco di NY Eric Adams inaugura installazioni LGBTQ+ a Gracie Mansion

Gay Pride New York City EPA ANSA/Peter Foley

Time: 4 mins read

Più di due milioni di persone oggi 30 giugno riempiono le strade di Manhattan per il Pride Parade nell’anno del quarantesimo anniversario e del 55esimo di Stonewall. Per il terzo anno consecutivo il Comitato degli italiani all’estero di New York è presente alla marcia arcobaleno tra le più grandi del mondo per sostenere i diritti civili del mondo Lgbtqia+ degli italiani e degli italoamericani.

Lo slogan di quest’anno: “Riflettere. Fortificare. Unire”. “Il tema è stato scelto per rappresentare la determinazione della comunità LGBTQIA+ a non permettere che i progressi ottenuti finora vengano annullati o ridotti a causa di cambiamenti politici o culturali regressivi”, dice Riccardo Costa, professore universitario e da tre anni responsabile dei diritti civili con delega lgbtqia del Com.It.Es. “Siamo orgogliosi di essere come siamo: Italiani, lgbtqia o etero, single o in coppia, donne, uomini o non binari, di qualsiasi colore di pelle, appartenenza religiosa o politica, perché la libertà non è un valore aggiunto ma un valore di base da cui nasce tutto il resto. L’Italia deve marciare per non fare marcia indietro come accade oggi purtroppo. Non possiamo permettere di vedere la libertà dallo specchietto retrovisore”.

La sfilata del Gay Pride a New York nel 2022 – Foto di Terry W. Sanders

In Italia sono ancora presenti le terapie di conversione, aumentano gli episodi di intolleranza e la paura di aggressioni. È quanto è emerso dall’ultimo studio di Rainbow Map, pubblicata dalla ong Ilga Europe, che classifica in base agli sviluppi legislativi dei diritti della comunità Lgbtq+ 49 paesi di Europa e Asia. L’’Italia è più omofoba dell’Ungheria di Viktor Orbán.

“Il rapporto parla chiaro”, sottolinea Costa. “Il nostro paese ha il 25% come rispetto per i diritti umani egualitari. Come Paese fondatore dell’Europa, siamo gli ultimi. Il governo Meloni ha fatto numerose dichiarazioni e politiche anti-LGBTQIA+. Queste includono commenti ostili verso la genitorialità omosessuale e la criminalizzazione della surrogazione di maternità, così come il rifiuto di riconoscere legalmente le famiglie omogenitoriali. Nel nostro paese mancano leggi comprensive che proteggano i diritti delle persone LGBTQIA+. Ad esempio, non esiste ancora il matrimonio egualitario e la co-genitorialità non è automaticamente riconosciuta per le coppie dello stesso sesso”.

Riccardo Costa

A lezione di inclusività. In alcuni paesi europei, ad esempio in Scozia, hanno l’istruzione inclusiva LGBTQ+ integrata nel curriculum scolastico. “L’educazione sulle tematiche LGBTQIA+ è spesso insufficiente o assente nelle scuole italiane”, ribadisce Costa. “Questo porta a una mancanza di comprensione e accettazione, perpetuando atteggiamenti discriminatori. I rapporti indicano un aumento dei crimini d’odio e della violenza contro le persone LGBTQIA+, inclusi attacchi fisici e verbali. La discriminazione sul posto di lavoro e in altri contesti sociali è ancora diffusa”.

Il Com.it.es di New York rappresenta gli di NY, NJ, CT e Bermuda nei rapporti con Ambasciate e Consolati, in rappresentanza della Comunità italiana e Italo-Americana. Spiega Costa: “Nel 2022 abbiamo iniziato a fare la storia dell’Italia alla Pride Parade più importante del mondo. La situazione in Italia era diversa, c’era più attenzione, rispetto, considerazione e soprattutto riconoscimento di diritti LGBTQIA di quanto non sia ora. Nel 2022 eravamo pochi e senza le istituzioni che marciavano con noi, come dice la presidente del consiglio eravamo “la compagnia cantante” che in questi 2 anni si è resa conto dell’usurpazione che esiste di diritti civili fondamentali ottenuti con anni di sacrificio, battaglie pacifiche di piazza e in parlamento. Sono appena tornato dall’Italia per una breve visita e con dispiacere ho notato che amici che sono “out” ora sul posto di lavoro o in società cercano di nascondere la loro identità. Ecco perché da “compagnia cantante” dobbiamo diventare un’orchestra dove ognuno suona uno strumento fondamentale su uno spartito che si chiama Libertà. E anche quest’anno marceranno altri gruppi italiani, il consolato e la missione permanente alle UN. Con un sorriso posso dire che prepariamo un bel concerto”.

La sfilata del Gay Pride a New York , 2022- Foto di Terry W. Sanders

Come si colloca la Chiesa cattolica in questa storia? “Il problema non è la “frociaggine” a cui ha fatto riferimento il Papa, che è solo un sintomo di qualcosa di più grande. A volte la Chiesa si dimentica del Rinascimento e della Cappella Sistina, chi l’ha dipinta? Non mi risulta che si chiamasse Vannacci. Citando Jovanotti, penso positivo e vedere che anche nella Chiesa ci sono figure come il cardinale di Bologna che ha una mente aperta, di dialogo e inclusività che mi fanno sperare per il futuro. Allo stesso tempo, da cattolico, non voglio minimizzare le parole del papa quando cita la “lobby gay”. Non ho abbastanza elementi per valutare, ma nel mio piccolo credo che qualsiasi lobby non sia una cosa buona, a prescindere dalla sua connotazione o fine”.

La sfilata del Gay Pride a New York, 2022- Foto di Terry W. Sanders

Nel 2004 a Boston venivano celebrate le prime nozze fra coppie gay. Da allora la battaglia per i diritti ha fatto parecchi passi avanti ma oggi molte conquiste sono a rischio. “Negli Stati Uniti, una delle leggi più significative è il “Civil Rights Act”, che proibisce la discriminazione basata su vari fattori, inclusa l’orientazione sessuale e l’identità di genere in alcune giurisdizioni. Adattare una legislazione simile in Italia potrebbe aiutare a proteggere i diritti delle persone LGBTQ+ in ambiti cruciali. Organizzazioni come il “Trevor Project” offrono supporto psicologico e servizi di prevenzione del suicidio per i giovani LGBTQ+. In Italia ci sono ancora giovani che ricorrono a questo estremo per colpa della società. Poi se posso permettermi forse dirò un’eresia sia per la comunità LGBTQIA+ sia per coloro che sono contro…come dicono i miei, “la tua onestà intellettuale non ti permetterà di diventare un politico”. Ma lo dico lo stesso: credo che dovremmo eliminare il concetto di doversi per forza categorizzare in un modo o l’altro, perché dobbiamo mettere il nome o categorizzare sempre tutto? Non ci dovrebbe essere bisogno di doversi identificare in un modo o in un altro. Sembra sia un’esigenza. Ma io sono Riccardo Costa, sono bolognese, pago le tasse, non faccio male a nessuno (spero) mi piacciono i tortellini, il Lambrusco e Vasco. Basta”.

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Monica Straniero

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