L’aumento dei droni statunitensi sul Mar Nero rischia di innescare uno “scontro diretto” tra Washington e Mosca. A lanciare l’avvertimento è stato venerdì il ministero della Difesa russo, secondo cui “questi voli moltiplicano la probabilità di incidenti con aerei di Mosca, aumentando il rischio di un confronto diretto tra l’Alleanza e la Russia”.
Mosca ha accusato il Pentagono di utilizzare i droni per assistere l’Ucraina nel colpire obiettivi all’interno del territorio russo – un’avvisaglia, secondo Mosca, del crescente coinvolgimento degli Stati Uniti e dei Paesi della NATO a sostegno del “regime di Kyiv”. Per questo motivo il ministro della Difesa russo, Andrej Belousov, ha chiesto di predisporre misure per rispondere prontamente alle attività di ricognizione statunitensi sul Mar Nero.
Le dichiarazioni arrivano pochi giorni dopo altre accuse del Cremlino sulla presunta corresponsabilità di Washington nei raid ucraini in Crimea che domenica hanno ucciso quattro civili, tra cui un bambino. Il Pentagono ha risposto che l’Ucraina ha il diritto di decidere autonomamente dove lanciare i propri attacchi.
All’inizio della settimana, alcuni blogger russi pro-guerra avevano riportato il presunto abbattimento di un drone di ricognizione Global Hawk ad opera di un caccia russo sul Mar Nero. Tuttavia, né il Cremlino né l’esercito statunitense hanno confermato l’incidente.
Gli Stati Uniti effettuano regolarmente voli di droni sul Mar Nero, sostenendo che si tratta di operazioni condotte in spazio aereo neutrale e in conformità con il diritto internazionale. L’ultimo incidente di rilievo tra i due Paesi risale al marzo 2023, quando la Russia ha intercettato un drone statunitense MQ-9 Reaper sul Mar Nero, sollevando timori di un possibile confronto diretto tra le due potenze nucleari.