Negli ultimi anni il crescente fenomeno dei cosiddetti “hair product” Made in China è in realtà legato a doppio filo allo sfruttamento di manodopera derivante da un accordo economico che il Dragone ha stipulato con la Corea del Nord.
I prodotti sono realizzati con capelli e ciglia umane importati dalla Cina e assemblati nei laboratori a basso costo in Corea del Nord. Dopodiché vengono restituiti alle imprese del Dragone per esportarli in tutto il mondo. Questo passaggio è completamente omesso: sulle etichette gli acquirenti leggeranno che gli articoli sono stati realizzati in territorio cinese e non a Pyongyang.
Secondo i dati doganali cinesi dello scorso anno, le esportazioni dalla Corea del Nord verso la Cina includevano ben 1.680 tonnellate di ciglia finte, barbe e parrucche per un valore di circa 167 milioni di dollari. Denaro che riuscito ad aggirare le sanzioni da parte delle Nazioni Unite (che non comprende l’industria dei prodotti di bellezza) e i dazi fra i due Paesi.