Era il 19 giugno 1865 quando il generale Gordon Granger dell’esercito dell’Unione si recò a Galveston, in Texas, per annunciare che gli ultimi schiavi della Confederazione erano liberi dalle catene.
Negli Stati Uniti in questa data, per commemorare lo storico evento e soprattutto per ricordare le lotte sui diritti civili, sulla giustizia razziale e più di recente il movimento Black Lives Matter, viene festeggiato il Juneteenth.
Seppure la comunità nera abbia sempre reso onore a questa giornata, la sua istituzionalizzazione definitiva è avvenuta solo nel 2021 grazie al Presidente Joe Biden che l’ha elevata a Festa Federale.

Nei giorni scorsi la Casa Bianca ha reso note le iniziative previste in occasione della imminente celebrazione per espandere la conoscenza della “Black History”.
Neera Tanden, consigliera per la politica interna ha dichiarato: “Non si tratta di una festa nazionale o di un giorno libero dal lavoro, si vuole ricordare un momento importante della nostra storia”.
“Sappiamo che la storia è sotto attacco – ha aggiunto. – Ci sono movimenti nel Paese che vogliono cancellare aspetti della nostra cultura”.
Attraverso il National Endowment for the Humanities, sarà istituito un programma nazionale che includerà nuovi finanziamenti in tutti i 50 Stati per sostenere momenti di lettura e discussione, workshop interattivi nelle scuole sull’eredità della schiavitù e dell’emancipazione.
Tutto ciò avviene in un contesto di restrizioni generali. In 44 Stati e distretti scolastici negli ultimi anni sono stati introdotti disegni di legge o misure che limitano gli insegnanti sulle discussioni di razzismo e sessismo, oltre a essere stati vietati libri che approfondiscono la schiavitù.
Per contrastare queste limitazioni, il Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti ha nominato un coordinatore per monitorare e supportare le comunità scolastiche in modo che non vengano violate le leggi federali sui diritti civili.