La leadership di Hamas ha dichiarato martedì di essere pronta a negoziare i dettagli di un piano sostenuto dalle Nazioni Unite per porre fine alla guerra contro Israele a Gaza. A dichiararlo è stato martedì Sami Abu Zuhri, alto funzionario della milizia palestinese.
Almeno ufficialmente, tuttavia, i mediatori di Egitto e Qatar sostengono di non aver ancora ricevuto risposte formali dai belligeranti riguardo alla proposta di tregua, il che solleva dubbi sull’effettivo progresso verso un accordo – nonostante il segretario di Stato USA Antony Blinken abbia salutato le dichiarazioni di Hamas come “un segnale promettente”.
Le discussioni, che includono anche lo spinoso punto delle prospettive post-belliche per la Striscia di Gaza, continueranno nei prossimi giorni, ha detto Blinken dopo una serie di colloqui con i leader israeliani a Tel Aviv. La missione mediorientale del ministro degli Esteri di Biden, l’ottava dallo scoppio della guerra nell’enclave, arriva nelle stesse ore in cui il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato (con la sola astensione della Russia) la proposta di tregua in tre fasi avanzata negli scorsi giorni dalla Casa Bianca.
Come abbiamo spiegato in questo articolo, il piano di Biden prevede un cessate il fuoco e il rilascio graduale degli ostaggi in cambio della liberazione dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, con l’obiettivo finale di una cessazione permanente delle ostilità.
Lunedì Blinken ha incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi prima di recarsi in Israele per incontrare il premier Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant. Il capo-diplomatico USA ha dichiarato che i colloqui non si limitano alla possibile tregua ma abbracciano anche il futuro di Gaza: gran parte della comunità internazionale che vorrebbe delegare l’amministrazione dell’enclave costiera a una rappresentanza palestinese laddove Israele aleggia invece lo spettro di un’occupazione militare ad libitum. Lo Stato ebraico ripete inoltre da mesi che non ha intenzione di fermare il suo assedio militare fin quando Hamas non verrà “sradicato” militarmente e politicamente.
Il viaggio di Blinken in Medio Oriente serve infine a prevenire l’escalation dei scontri di confine tra Israele e la milizia filo-iraniana di Hezbollah in Libano.
Dallo scoppio della guerra, iniziata lo scorso 7 ottobre con i raid terroristici di Hamas che hanno ucciso oltre 1.200 persone e il sequestro di oltre 250 ostaggi in territorio israeliano, Tel Aviv ha lanciato una massiccia offensiva aerea e terrestre su Gaza, che ha provocato la morte di almeno 37.164 palestinesi, secondo il ministero della Sanità locale.
La crudezza della risposta israeliana e il numero di vittime civili hanno suscitato un’ampia condanna della comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti, scavando un solco nel rapporto tradizionalmente ferreo tra Washington e Tel Aviv.