Eric Yuan, CEO di Zoom, l’ha eloquentemente battezzata come “tecnologia del gemello digitale”: un alter ego alimentato dall’intelligenza artificiale che partecipa a riunioni e svolge altre attività lavorative al posto nostro.
“Posso inviare una versione digitale di me stesso alle riunioni così me ne posso andare in spiaggia”, ha spiegato in un’intervista con The Verge. Un “gemello digitale” sarebbe essenzialmente una versione deepfake di una persona, capace di partecipare a riunioni e prendere decisioni al suo posto.
Il team di Zoom, guidato dal 54enne sino-americano, sta lavorando per sfruttare le ultime frontiere dell’IA al fine di automatizzare completamente questo aspetto del lavoro. Yuan ha sottolineato che, al giorno d’oggi, si trascorre ancora molto tempo in attività superflue come telefonate, riunioni, invio di email, eliminazione di spam e risposte ai messaggi. “Non è necessario sprecare così tanto tanto tempo in riunioni. Non devi avere cinque o sei chiamate Zoom ogni giorno. Puoi utilizzare l’IA per farlo,” le sue parole.
Secondo Yuan, permettere all’IA di gestire le parti “noiose” del lavoro potrebbe apportare un cambiamento significativo nell’equilibrio tra lavoro e vita privata, e persino ridurre la settimana lavorativa. “Potremmo avere più tempo per interazioni faccia a faccia, non per lavoro, ma per altre cose. Perché dobbiamo lavorare cinque giorni alla settimana? In futuro, potrebbero ridursi forse a quattro o persino tre giorni,” ha proposto. “Perché non passare più tempo con la famiglia? Perché non concentrarsi su cose più creative, restituendo tempo a te stesso e alla comunità?”
Yuan ha però frenato gli entusiasmi: nonostante i passi da gigante dell’intelligenza artificiale generativa, una tecnologia del genere non esiste ancora. La prospettiva, spiega, è quella di realizzarla entro cinque o sei anni. “Se passo dal tuo ufficio e ti do un abbraccio o ti stringo la mano, questo l’IA non può sostituirlo. Nulla può sostituire le interazioni di persona”
Quella prospettata da Zoom non sarebbe comunque la prima applicazione di un “gemello digitale”. La società giapponese Alt.AI crea cloni video talmente realistici da sembrare infastiditi ogni qualvolta si risponda loro con ritardo. Un’altra azienda, Coachvox AI, crea invece cloni digitali che offrono consulenza di vita e coaching aziendale modellati sulle convinzioni dell’interlocutore.