“Non mi lascerò intimidire dagli attacchi dei repubblicani al Dipartimento di Giustizia”, ha detto il ministro della Giustizia Merrick Garland nel corso di un’audizione in Congresso. “Continueremo a svolgere il nostro lavoro liberi dalle influenze politiche”.
Con queste parole il ministro ha concluso la sua audizione di circa due ore davanti alle Commissioni Giustizia e Vigilanza della Camera voluta dai parlamentari alleati dell’ex presidente Donald Trump che, furibondi per la condanna inflittagli, hanno ottusamente continuato ad accusare il Dipartimento della Giustizia di averlo preso di mira.
Garland ha respinto in maniera molto diretta le teorie cospirazioniste dei QAnon contro il Dipartimento di Giustizia, ampliate anche dai podcast di estrema destra che cavalcano il malcontento del mondo MAGA dopo la condanna. Accuse infondate, ma ugualmente ripetute dai parlamentari repubblicani anche durante l’audizione. Ma è un anno elettorale e a novembre tutti i seggi della Camera andranno al giudizio degli elettori. I parlamentari repubblicani nei distretti dominati dai supporter di Trump hanno recitato assecondando gli elettori. È disinformazione, ma questa è la politica di oggi.
“Sono notizie false ed estremamente pericolose”, ha detto Garland smentendo le accuse di un coinvolgimento dipartimento della Giustizia nella condanna dell’ex presidente. “Questa teoria della cospirazione è un attacco al processo giudiziario”, ha aggiunto.
Da dire che molti dei parlamentari di entrambi gli schieramenti sono avvocati, o ex inquirenti federali, che conoscono molto bene l’autonomia giudiziaria di cui godono le procure distrettuali che con quelle federali hanno poco da spartire. Ma questo non li ha frenati.
“La procura di Manhattan ha giurisdizione sui casi che riguardano la legge di New York, è completamente indipendente dal Dipartimento di Giustizia, che ha giurisdizione sui casi riguardanti la legge federale. Non controlliamo il procuratore di Manhattan. Il procuratore distrettuale di Manhattan non riferisce a noi, prende le sue decisioni”, ha detto Garland.
“As Attorney General, I will continue to forcefully defend the independence of the Justice Department from improper influence or interference of any kind.”
Read AG Garland’s full opening statement before the House Judiciary Committee: https://t.co/uaUTGWkN4V pic.twitter.com/zUwpY5tu0v
— U.S. Department of Justice (@TheJusticeDept) June 4, 2024
Garland iniziando la sua audizione ha elencato la “lunga serie di attacchi” al Dipartimento di Giustizia, da parte di membri del Congresso che hanno minacciato di non erogare i finanziamenti federali a motivo del verdetto. “Si affianca alle false affermazioni l’idea secondo cui la decisione della giuria in un processo statale, emessa da un procuratore distrettuale locale, è stato in qualche modo controllato dal Dipartimento di Giustizia. Questa teoria del complotto è un attacco al processo giudiziario stesso”. Molti legislatori hanno cercato di attribuire la colpa del verdetto di Trump al presidente Biden, nonostante la completa indipendenza dei procuratori dalla Casa Bianca o dal Dipartimento di Giustizia. I suoi rimproveri insolitamente diretti sono stati fatti mentre i repubblicani vogliono chiedere il voto alla Camera per incriminare per oltraggio lo stesso Garland che si è rifiutato di condividere le registrazioni audio dell’intervista del presidente Joe Biden con il consigliere speciale Robert Hur, che ha indagato sulla gestione dei documenti riservati da parte del presidente.
Nella sua indagine Hur ha scoperto che Biden ha “volontariamente” conservato materiale riservato dopo essere stato il vicepresidente di Barack Obama per un libro di memorie che avrebbe voluto scrivere. Contattò un “ghost writer”, ma dopo alcuni mesi di negoziato non se ne fece più nulla. Il procuratore speciale non ha rilevato l’intenzionalità per commettere un crimine in parte giustificandola con i ricordi appannati data l’età di Biden.
Molti americani credono che ci sia un doppio standard nel nostro sistema giudiziario”, ha detto il presidente della Commissione Giustizia, Jim Jordan, all’inizio dell’udienza. “Lo credono perché esiste”.
Garland nella sua testimonianza di apertura ha ribattuto che i repubblicani delle commissioni Giustizia e Vigilanza “Stanno minacciando il voto alla Camera per la sua incriminazione per oltraggio, per ottenere – senza uno scopo legittimo – informazioni sensibili sulle indagini federali che potrebbero danneggiare l’integrità delle prossime inchieste”.
“Questo è solo l’ultimo di una lunga serie di attacchi al lavoro del Dipartimento di Giustizia”, ha detto Garland sottolineando le recenti minacce degli alleati di Trump di tagliare i fondi al procedimento giudiziario in corso contro l’ex presidente da parte del procuratore speciale Jack Smith.