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June 3, 2024
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June 3, 2024
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Comincia il processo ad Hunter Biden: lo giudicheranno sei uomini e sei donne

In aula anche la First Lady Jill per sostenere il "figlio difficile"

Massimo JausbyMassimo Jaus

Hunter Biden (L), son of US President Joe Biden, walks with his attorney Abbe Lowell (R) after arriving to be arraigned at the US Federal District Court in Wilmington, Delaware, USA, 03 October 2023 ANSA/EPA/MICHAEL REYNOLDS

Time: 4 mins read

Un’altra pagina di storia si snoda in un tribunale americano, a Wilmington, nel Delaware. Pochi giorni dopo la condanna di Donald Trump, è iniziato il processo contro Hunter Biden, il figlio del presidente, che dovrà rispondere di tre capi di accusa per aver acquistato, dichiarando il falso, una pistola mentre era tossicodipendente. Anche questo procedimento giudiziario stabilisce un record: per la prima volta nella storia americana il figlio di un presidente in carica viene processato. E ricomincerà un altro circo mediatico.

Questa mattina, la first lady Jill Biden ha celebrato il suo compleanno (73 anni) in aula per dimostrare il suo sostegno ad Hunter, pur non essendo la sua madre naturale, ma quella che lo ha cresciuto. Mentre gli avvocati e i pubblici ministeri procedevano alla selezione di giurati del processo. Ad accompagnarla, c’era la sorella di Hunter, Ashley.

Ieri, i coniugi Biden hanno trascorso la giornata a Wilmington, proprio per essere vicini al figlio. Il presidente ha detto che non parteciperà a nessuna udienza, mantenendo le distanze dal procedimento. “In quanto presidente, non commento e non commenterò casi federali in corso – ha dichiarato Biden. – Ma come padre ho un amore sconfinato per mio figlio. Ho fiducia in lui e rispetto per la sua forza”.

La selezione dei giurati ha preso più tempo del previsto. Il Delaware è uno Stato relativamente piccolo e tutti conoscono la famiglia Biden: il presidente è stato senatore dello Stato dal 1973 al 2009, quando ha lasciato il seggio per essere vicepresidente di Barack Obama. La First Lady è stata professoressa dal 1993 al 2008 al Delaware Technical & Community College. Il figlio di Biden, Beau, morto anni fa, era Attorney General. E questa mattina per la scelta dei giurati tra i potenziali candidati c’era chi aveva giocato a squash con il fratello di Hunter, chi aveva avuto il figlio studente di Jill, chi aveva mentito alla polizia perché aveva fumato uno spinello. Un altro, il padre di un ragazzo tossicodipendente, ha detto al giudice che un processo federale per una simile violazione era un uso sproporzionato della giustizia.

Alla fine la giuria è stata formata: sono 6 uomini e sei donne, più quattro giurati alternativi. Domani accusa e difesa presenteranno il caso ai giurati e poi si passerà alle testimonianze.

Hunter Biden departed the courthouse in Wilmington, Delaware a few minutes ago. Right behind him, Abbe Lowell and Kevin Morris. pic.twitter.com/6aCfgStac8

— James Lynch (@jameslynch32) June 3, 2024

Un procedimento giudiziario che non si sarebbe celebrato, se non fosse stato per l’intervento politico di tre repubblicani, presidenti delle rispettive commissioni della Camera, Giustizia, Regole, Ways and Means (che assegna i finanziamenti federali). Jim Jordan, James Comer e Jason Smith chiesero alla magistrata Maryellen Noreika e al procuratore federale David Weiss di non convalidare il patteggiamento tra procura federale e gli avvocati della difesa di Hunter Biden. L’accordo era stato trovato, ma non era stato ancora ratificato dal giudice che, dopo la lettera dei tre parlamentari, lo ha respinto. Jordan, Comer e Smith sono tutti e tre alleati di Trump e la giudice Noreika è stata nominata dal GOP, così come David Weiss.

Un circo mediatico perché verranno chiamate a testimoniare una decina di persone, fra cui improbabili ex compagne occasionali dell’imputato, spacciatori, la prima moglie con cui ha avuto tre figlie, la vedova del fratello con cui ha avuto una relazione, ex compagni di siringa e di spinello. Il processo durerà una o due settimane. Si parlerà e si leggeranno pagine del suo libro Beautiful Things: a Memoir in cui Hunter Biden ammette la sua tossicodipendenza. Verranno mostrate in aula le fotografie sessualmente esplicite prese dal suo laptop che, sconvolto, aveva lasciato, e dimenticato, in un negozio di riparazioni di computer.

Il caso è stato istruito dallo US Attorney David Weiss, nominato Special Prosecutor dal Dipartimento della Giustizia per esaminare i diversi procedimenti giudiziari aperti nei confronti del figlio del presidente. Finora Biden si è dichiarato non colpevole di tutti i capi di imputazione, pur avendo ammesso di essere stato dipendente da alcol, crack e cocaina. A Los Angeles, a settembre, poche settimane prima delle elezioni, inizierà un secondo processo a suo carico: l’accusa è evasione fiscale, dichiarazioni fiscali false e mancata dichiarazione dei redditi entro i tempi previsti dalla legge.

Il modulo 4473 che ha firmato Hunter Biden

La legge federale impone che quando si acquista un’arma bisogna firmare il modulo 4473 del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives, in cui oltre a registrare le generalità dell’acquirente e la matricola dell’arma acquistata ci sono domande che vengono poste come “se soffre di disturbi psichiatrici o a raptus di violenza”. Fra queste anche che non si è tossicodipendenti e Hunter ha negato di esserlo.

Arrivare a un processo federale a una persona incensurata per una cosa simile, dopo che l’arma è stata recuperata, è assolutamente fuori dall’ordinario nel sistema giudiziario. Weiss respinge le accuse di aver voluto politicizzare il caso su pressione dei repubblicani, ma i “numeri” non sostengono la sua tesi. Nel 2019 negli Stati Uniti sono state vendute 27,5 milioni di armi fa fuoco: 478 acquirenti hanno mentito sul modulo d’acquisto e 298 sono stati processati, non solo per la bugia, ma perché con l’arma che avevano acquistato illegalmente avevano anche commesso un crimine. Quindi del totale solo 180 sono finite davanti al giudice e di questi più della metà per aver mentito non sulla tossicodipendenza ma sui loro precedenti penali.

La giudice Noreika, ex avvocata specializzata in brevetti, è stata nominata da Trump ma con il sostegno dei due senatori democratici del Delaware. Hunter ha ammesso le sue responsabilità per “gli errori commessi nella sua vita e per aver gettato via le numerose opportunità e i privilegi che gli erano stati concessi”. Ma ha accusato la strumentalizzazione della sua tragedia personale con la droga fatta dagli alleati del tycoon. “Hanno cercato di disumanizzarmi, di mettermi in imbarazzo solo per danneggiare mio padre”.

Ora, dopo che la scelta dei giurati è sta fatta, partirà il nuovo “show”.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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