Il presidente della Corte Suprema, John Roberts, ha respinto giovedì una richiesta di incontro da parte dei democratici al Senato, che volevano discutere con lui della polemica riguardante le bandiere di ispirazione MAGA issate del giudice Samuel Alito nei giardini delle sue case. Il presidente della Corte Suprema, però, ha declinato l’”invito”, spiegando: “Le preoccupazioni relative alla separazione dei poteri e l’importanza di preservare l’indipendenza giudiziaria sconsigliano tali apparizioni”.
La lettera di Roberts è arrivata subito dopo le dichiarazioni di Alito, che ha detto ai legislatori che non si ricuserà nei casi che riguardano l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Alito ha affermato che sua moglie, Martha-Ann Alito, ha issato una bandiera americana capovolta nella loro casa in Virginia nel gennaio 2021 in risposta a un litigio tra vicini. Ha inoltre spiegato che la scorsa estate era stata sempre la consorte ad issare la bandiera con la scritta “Appeal to Heaven” nella loro proprietà nel New Jersey.

Gli stendardi rilevati nelle proprietà del magistrato sono stati associati ai sostenitori dell’ex presidente Donald Trump: vessilli simili sono stati sventolati al Campidoglio durante la rivolta del 6 gennaio 2021. Il giudice ha dichiarato nelle sue lettere di mercoledì di non essere a conoscenza del loro significato politico moderno.
Il senatore dell’Illinois Dick Durbin, presidente democratico della commissione giudiziaria del Senato, e il senatore Sheldon Whitehouse, democratico del Rhode Island, avevano chiesto la ricusazione di Alito in quei casi e avevano anche chiesto l’incontro con Roberts “per discutere le ulteriori mosse per affrontare il problema dell’etica della Corte Suprema”.
Nella sua breve risposta di giovedì, il presidente ha scritto che la richiesta di un incontro con i leader “di un solo partito che hanno espresso interesse per le questioni attualmente pendenti davanti alla Corte” è servita solo a sottolineare la sua convinzione “che partecipare a tale riunione sarebbe stato inopportuno”.
Dal canto suo, il senatore Whitehouse ha comunicato sul suo profilo X/Twitter che “il lavoro continuerà”, fino a quando la Corte Suprema non sarà in grado di garantire “un onesto accertamento dei fatti”. “Non dovrebbe essere così difficile”, ha concluso Whitehouse, “è un peccato che lo abbiano reso così”.