Martedì la Lousiana ha approvato un disegno di legge per introdurre i Dieci Comandamenti nelle scuole e nei college che ricevono finanziamenti pubblici.
La proposta, meglio nota come HB 71 e passata con voti 79-16, è stata avanzata dalla rappresentante statale Dodie Horton la quale ha affermato, davanti alla Camera, che i comandamenti sono le fondamenta di tutte le leggi dello Stato e che, in quanto tali, dovranno essere esposti su appositi poster dalle dimensioni non inferiori a 28 centimetri per 35 “Spero e prego che la Louisiana sia il primo Stato a consentire al codice morale di essere rimesso nelle aule: quando ero all’asilo (in una scuola privata), era sempre affisso sul muro. Ho imparato che c’era un dio e sapevo di onorare lui e le sue leggi”.
Nel documento, ha precisato Horton, il testo deve essere il fulcro dell’attenzione e pertanto deve essere stampato a caratteri grandi e perfettamente leggibili.
A questo punto manca solo la firma del governatore repubblicano Jeff Landry affinché la Louisiana diventi, di fatto, il primo Stato in America del Nord a fondere Stato e Chiesa.
Mossa politica che non è certo passata inosservata: i democratici, dopo essersi opposti alla legislazione senza ottenere alcun risultato, hanno continuato a manifestare il proprio dissenso a riguardo. Royce Duplessis, senatore democratico, ha infatti chiarito che la religione deve essere circoscritta alla scelta personale di presentarsi in Chiesa, e dunque non imposta negli spazi laici “Abbiamo imparato i dieci comandamenti quando siamo andati alla scuola domenicale”.
Rabbia e malcontento si sono levati tuttavia anche tra le organizzazioni per i diritti civili: l’American Civil Liberties Union, l’ACLU della Louisiana, l’Americans United for Separation of Church and State, la Freedom from Religion Foundation e il Southern Poverty Law Center hanno dichiarato il disegno anticostituzionale “Lo Stato non dovrebbe richiedere alle scuole pubbliche di mostrare i Dieci Comandamenti nelle aule. Molte organizzazioni basate sulla fede e sui diritti civili si oppongono a questa misura perché viola il diritto fondamentale degli studenti e delle famiglie di essere liberi dal punto di vista della religione”, precisando inoltre che gli ambienti scolastici dovrebbero essere luoghi condivisi da studenti di tutte le professioni religiose “Le nostre scuole pubbliche non sono scuole domenicali e gli studenti di tutte le fedi dovrebbero sentirsi i benvenuti in esse”.
Intanto, alla luce dell’evidente violazione dei diritti civili, si parla già di un ricorso alla Corte Suprema.