Un ponte dedicato agli animali selvatici: sta sorgendo nella California meridionale, sopra la Highway 101.
Il progetto, finanziato in parte dal pubblico e in parte dal privato, vale circa 100 milioni di dollari e dovrebbe essere concluso per l’inizio del 2026. Lo scopo è duplice: innanzitutto si tratta di agevolare gli spostamenti della fauna locale sottoposta ad un pericolo costante in quel tratto di strada a dieci corsie, anche noto come “autostrada dell’inferno”. E poi, non meno rilevante, c’è una questione di salvaguardia della biodiversità: il collegamento servirà infatti a facilitare i contatti fra gli esemplari di specie rare e in difficoltà, come i leoni di montagna, i puma, ad esempio.
Proprio la morte di un puma – l’esemplare noto come P-22 e diventato celebre per essere stato avvistato un decennio fa presso il Griffith Park di Los Angeles – ha segnato il punto di svolta nella fase di progettazione del ponte. Il suo decesso dopo l’investimento di un’auto ha spinto a riflettere alle strategie per proteggere gli altri della sua specie.
Secondo Beth Pratt, la principale portavoce del progetto, il ponte “è il lascito di P-22; lui ora non morirà mai, come una Marilyn Monroe o un Jim Morrison.”
Perché gli animali usino il ponte però sarà necessario che sia coerente con il paesaggio circostante. Caltrans, l’agenzia di transito dello Stato incaricata di supervisionare la costruzione, ha pensato di ricreare un mondo naturale sul cavalcavia, isolandolo con barriere vegetali in grado di assorbire le onde sonore e dunque attenuare i rumore provenienti dal traffico; sarà usato un mix speciale di cemento con capacità meno riflettenti per non infastidire la vista della fauna in transito.
Oltre al timore per gli attraversamenti, è il rischio di estinzione o indebolimento della specie a preoccupare gli scienziati: Jeff Sikich, biologo del National Park Service e studioso dei grandi felini della regione da oltre due decenni, ne ha già trovato un’inequivocabile traccia in svariati difetti sempre più frequenti nei puma, primo fra tutti la presenza di code storte. “L’attraversamento non avrebbe potuto arrivare in un momento migliore per aiutare la nostra piccola popolazione isolata” dice, “sarà una vera svolta in questa area”.
Il ponte dovrebbe garantire fruttuosi incroci genetici anche ad altre specie a rischio quali il coyote, il cervo mulo, dozzine di rettili e centinaia di uccelli, tutti animali selvatici in difficoltà nelle montagne di Santa Monica, spiega Robert Rock, architetto paesaggista a capo del lavoro.