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2 giugno, la festa “recuperata” della Repubblica italiana

Storia della celebrazione e della rinascita voluta da Carlo Azeglio Ciampi

Costantino Del RicciobyCostantino Del Riccio
2 giugno, la festa “recuperata” della Repubblica italiana

2 giugno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella depone una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria,in occasione della Festa Nazionale della Repubblica /Quirinale

Time: 5 mins read

Il 2 giugno del 1946 rappresenta un momento significativo nella storia italiana: il passaggio dalla monarchia alla repubblica, il referendum che vide la maggioranza degli italiani scegliere il nuovo assetto istituzionale repubblicano. Come afferma Piero Calamandrei:“ …mai nella storia è avvenuto che una Repubblica sia stata proclamata per libera scelta di popolo mentre era ancora sul trono il re […] senza sommossa e senza guerra civile“.

Il primo anniversario, nel 1947, si svolse in un clima istituzionale  teso, con  i partiti di sinistra esclusi dal governo, ponendo così fine alla prima esperienza di governo di unità nazionale.

Il 2 giugno 1948, il Presidente Einaudi, appena eletto, decise  di  rendere omaggio al suo predecessore Enrico De Nicola e di incontrare Benedetto Croce a Napoli. Prima di partire, depose una corona all’Altare della Patria e  ricevette il saluto delle bandiere dei corpi militari schierati a Piazza Venezia. Era l’atto di investitura del Presidente come comandante delle Forze Armate; la natura fortemente simbolica del gesto individua fin dall’inizio nel Capo dello Stato la figura centrale nelle celebrazioni.

Nel 1950,  per la prima volta, la  parata militare diventa il momento più caratteristico e spettacolare della Festa, confermando il legame indissolubile tra Istituzioni e Forze Armate nella difesa della  democrazia e della sovranità, come obiettivi comuni da perseguire.

Non mancarono voci critiche che evidenziarono delle similitudini tra le nuove modalità celebrative e quelle dello Statuto dell’Italia monarchica, che non aveva una data precisa ma cadeva agli inizi di giugno.

La celebrazione suscitò scetticismo tra gli italiani  che avevano votato a favore della monarchia nel referendum istituzionale. Inoltre, una parte della popolazione interpretò la presenza dello schieramento  militare  e  la  sfilata  ai  Fori  Imperiali come un richiamo troppo evidente a un luogo simbolo del regime fascista.

Negli anni successivi, il 2 giugno mostrò segni di  crescente disinteresse rispetto ad altri eventi commemorativi. L’accentuarsi delle  contrapposizioni politiche portò i partiti di sinistra a non partecipare alla manifestazione ufficiale, scegliendo di celebrare autonomamente l’anniversario in Piazza San Giovanni a Roma. La situazione si complicò ulteriormente con la  direttiva del Ministro della Difesa Pacciardi, volta a impedire l’intervento di esponenti delle associazioni partigiane alle cerimonie militari.

Solo nel 1975,  in occasione del trentennale della Liberazione, finalmente si poté vedere alla parata la partecipazione  delle bandiere partigiane e dei gonfaloni delle città medaglia d’oro al valor militare.

2 giugno 2022, Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella depone una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria,in occasione della Festa Nazionale della Repubblica/Quirinale

Nel 1963 e nel 1976 la parata militare non si svolse a causa di circostanze drammatiche: nel primo caso  per le condizioni critiche del Papa Giovanni XXIII, che sarebbe deceduto il giorno successivo, nel secondo  per il  violento terremoto che colpì il Friuli Venezia Giulia, causando quasi 1000 vittime.

Nel 1977, a causa delle difficoltà economiche che il Paese stava affrontando, si rese necessario eliminare alcune festività, tra cui il 2 giugno. La ricorrenza fu spostata alla prima domenica di giugno, e fu deciso di interrompere la tradizionale sfilata militare optando per una cerimonia a Piazza Venezia, con una Brigata in rappresentanza di tutte le Forze Armate.

Negli anni ’80 e ’90 la parata si caratterizzò per  discontinuità e trasformazioni, con cambiamenti nel percorso e dei luoghi simbolo.  La Festa si limitava esclusivamente ad una  cerimonia all’Altare della Patria. La Celebrazione sembrò svanire, e per lunghi tratti  la centralità dell’anniversario scomparve davvero. Fu vittima delle distrazioni  storiche e civili degli anni ottanta e novanta, in un periodo  in cui  persino l’ unità nazionale sembra essere considerata un disvalore. Lo scarso successo della festa rifletteva la crisi dell’idea di nazione, con la prevalenza di un “patriottismo di partito” che portava le persone a identificarsi prima come appartenenti ad una formazione politica  che come italiani.

La   Festa   della   Repubblica  fu  ripristinata solo dopo 35 anni,  nel  2001,  grazie  all’approvazione di una legge che istituiva il 2 giugno come festività dedicata alla data di fondazione della Repubblica. Fu opera del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, eletto nel 1999, che si distinse per il suo impegno nel riaffermare il “patriottismo repubblicano” nella coscienza collettiva italiana. Tra le  varie iniziative intraprese, particolare attenzione fu dedicata proprio alla celebrazione del 2 giugno.

La parata venne ripristinata nel 2000,  ma non essendo ancora una festività nazionale, la celebrazione venne fissata  per la prima domenica di giugno. L’annuncio dell’evento fu dato  da Sergio Mattarella, all’epoca  Ministro della Difesa, in un’intervista al “Messaggero” il 17 maggio 2000. Sarà poi lo stesso Mattarella ad accompagnare, al termina della parata,  il Presidente Ciampi dai Fori Imperiali al Quirinale, seduto sulla Flaminia 335 .

Ciampi fu colpito dal successo straordinario della Festa, evidenziando l’entusiasmo e la partecipazione popolare.

Negli anni successivi alla presidenza Ciampi il cammino tracciato nel promuovere il  “patriottismo repubblicano” non si è interrotto, ma è continuato con i Presidenti Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella.I Presidenti, attraverso le loro iniziative, si pongono l’obiettivo  di rafforzare l’unità nazionale, richiamando l’importanza dell’identità, della  memoria storica e dell’orgoglio degli italiani per la loro patria.

Il presidente Giorgio Napolitano a bordo della Flaminia 335

La stessa rivista militare del 2 giugno, lontana dall’essere un’esibizione muscolare, rappresenta un  riconoscimento dell’Italia  a tutti quegli uomini e donne che quotidianamente  servono il Paese per garantire la nostra sicurezza, rappresentandolo nelle missioni internazionali e intervenendo, in ogni emergenza, per assistere le  popolazioni.

Nel 2016, il Presidente Mattarella dichiarò  a Marzio Breda del Corriere della Sera :” Credo che oggi si possa affermare che la festa del 2 giugno è la festa della libertà di scelta: e per questo è la festa che riunisce tutti gli italiani”. Parole che evidenziano il significato profondo e simbolico delle celebrazioni.

Da un punto di vista istituzionale, un  momento centrale  del cerimoniale repubblicano è rappresentato dal  ricevimento organizzato nei Giardini del Quirinale. La consuetudine ebbe inizio nel 1949, quando Einaudi invitò le autorità civili, militari,  i parlamentari e una rappresentanza di sindaci.

Il Presidente Saragat volle innovare includendo tra gli invitati  non solo le autorità italiane e straniere ma anche operai e rappresentanti di  varie categorie lavorative. Un’evoluzione del cerimoniale: dall’atmosfera riservata in cui  Einaudi intratteneva non più di due-trecento ospiti, alla mondanità  che non dispiaceva a Gronchi. Con l’arrivo di Segni, più affine a Einaudi, alle autorità si aggiunsero i cavalieri del lavoro nonché i cardinali presenti a Roma  per il Concilio Vaticano II.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i Cavalieri del Lavoro nominati il 2 giugno 2022/Quirinale

Nei successivi settennati, nonostante le diverse personalità dei Presidenti, il protocollo del ricevimento rimane  sostanzialmente invariato. Durante la presidenza Scalfaro assistiamo a  significative innovazioni, tra cui  la sostituzione del ricevimento con un rinfresco più informale per il corpo diplomatico.

Un’altra novità  è stata l’apertura dei Giardini del Quirinale al pubblico, consentendo ai cittadini di sentirsi parte integrante delle istituzioni  e di partecipare in prima persona alla Festa della Repubblica.

Il concerto per il 2 giugno, organizzato presso il  Teatro dell’Opera di Roma,  fu un’altra innovazione introdotta da Scalfaro. Questa tradizione è stata  conservata nei settennati successivi  trasferendo però l’evento al Quirinale.

Negli anni più recenti, il cerimoniale della Festa ha subito diversi adattamenti in risposta a situazioni di emergenza. Nel  2013 e nel 2014, Napolitano per motivi di sobrietà e di attenzione al periodo di crisi economico-sociale, annullò il ricevimento. Negli anni 2020 e 2021, l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia  di COVID-19 ha fortemente condizionato i protocolli  della Festa. Le cerimonie sono state ridotte al minimo.

Il 2 Giugno del 2020, il Presidente Mattarella  si è recato a Codogno per  commemorare i cittadini deceduti per Covid-19 e ha preso parte al concerto di celebrazione della Repubblica presso l’Ospedale Spallanzani di Roma.

Nel 2022 e 2023,  l’apertura dei Giardini è stata dedicata  alle persone con fragilità, mostrando attenzione e inclusività  verso i più vulnerabili della società.

In sostanza, le celebrazioni della Festa hanno dimostrato, nel corso dei  decenni, la capacità di adeguarsi ai cambiamenti, mantenendo viva la memoria della nascita della Repubblica  e rappresentando un momento di orgoglio per il popolo italiano.

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Costantino Del Riccio

Costantino Del Riccio

Si è occupato di Stampa e Comunicazione con esperienza trentennale presso la Presidenza della Repubblica italiana

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