La Corte internazionale di giustizia ha formalmente ordinato a Israele di fermare l’assalto militare a Rafah, nel sud di Gaza.
Il presidente del tribunale, Nawaf Salam, ha affermato che le misure provvisorie ordinate dalla corte a marzo non hanno affrontato pienamente la situazione nell’enclave palestinese assediata e che ci sarebbero quindi le condizioni per un nuovo ordine di emergenza.
Israele “deve interrompere immediatamente la sua offensiva militare e qualsiasi altra azione nel governatorato di Rafah che possa infliggere al gruppo palestinese di Gaza condizioni di vita tali da portare alla sua distruzione fisica, totale o parziale”, le parole del magistrato di origini libanesi.
Il tribunale ha inoltre ingiunto allo Stato ebraico di aprire il valico di Rafah tra l’Egitto e Gaza per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari, oltre a dover consentire l’accesso all’enclave costiera agli investigatori e riferire sui progressi entro un mese.
Il tribunale ha appoggiato la richiesta sudafricana di ordinare a Israele di fermare l’offensiva a Rafah, una settimana dopo che Pretoria aveva richiesto la misura nell’ambito delle accuse di genocidio nei confronti dello Stato ebraico. Israele ha ripetutamente respinto le accuse come infondate, sostenendo che le sue operazioni a Gaza sono di autodifesa e di contrasto ai militanti di Hamas che hanno attaccato Israele il 7 ottobre.
Alla vigilia della decisione di venerdì, un portavoce del governo israeliano ha dichiarato che “nessuna potenza al mondo impedirà a Israele di proteggere i suoi cittadini e di perseguire Hamas a Gaza”.
Israele ha lanciato il suo assalto alla città meridionale di Rafah questo mese, costringendo centinaia di migliaia di palestinesi a fuggire da una città che era diventata un rifugio per circa la metà dei 2,3 milioni di abitanti dell’enclave.