Doveva essere un comizio per 3.500 persone, ma secondo Fox News erano almeno cinque volte di più i simpatizzanti che per ore hanno aspettato l’arrivo di Donald Trump al rally di Crotona Park nel Bronx. Alcuni erano arrivati di prima mattina per essere sicuri di poter prendere parte all’evento.
Secondo le intenzioni degli organizzatori, sarebbe dovuto essere un incontro dell’ex presidente con la comunità ispanica di questa zona, che registra con un’altissima percentuale di immigrati dai Paesi latinoamericani. Ma i partecipanti al raduno erano fedelissimi dell’ex presidente che, per ascoltare le sue parole, sono partiti in massa da Long Island, dalle contee di Westchester e Rockland e anche da più lontano.

La maggioranza erano uomini, giovani e bianchi. Di “bronxiani” ce ne erano pochi, ma rumorosi: prima del comizio, con le note dei rapper “Forgiato Blow”, che su una gamba ha un gigantesco tatuaggio del volto di Trump, e “Trump Latino” hanno agitato con la loro performance i partecipanti. L’ex congressman, George Santos, intanto, ballava circondato da migliaia di persone con i cappelli rossi dei MAGA.
Who am I going to see in the South Bronx next week?
— George Santos (@MrSantosNY) May 18, 2024
“Il presidente Trump viene accolto a braccia aperte”, afferma Adam Solis del New York Young Republican Club. Tutto da capire se il tycoon riuscirà a conquistare questo segmento di New York che, in passato, ha ripetutamente preso di mira con i suoi commenti razzisti chiamando gli immigrati illegali “parassiti”, “assassini evasi dalle prigioni”, “stupratori”.

Il Bronx è una roccaforte democratica a forte maggioranza operaia, ma è anche il quartiere in cui Trump ha visto il più forte aumento di consensi nella città di New York tra il 2016 e il 2020 passando dal 9,4% al 15,7%. Un sondaggio, del marzo scorso del New York Times/Siena College, ha evidenziato la sua crescita di gradimento tra gli elettori afroamericani e latini. La campagna di Trump ritiene che il Partito Democratico abbia dato per scontato questo blocco elettorale.
I democratici del Bronx, nel frattempo, stanno ricordando ai loro vicini cosa rappresenta effettivamente il tycoon per la loro comunità. I parlamentari democratici Alexandria Ocasio-Cortez e Ritchie Torres, che rappresentano la circoscrizione del distretto settentrionale, hanno criticato il comizio. Ocasio-Cortez, intervistata da NY1, lo ha definito un “tentativo di ingannare alcuni dei nostri qui”, mentre Torres ha detto al New York Times che Trump è “radioattivo” nel Bronx. “Si sbaglia di grosso se pensa che possa ottenere consensi da questa comunità. È un’altra delle sue provocazioni”.

“Riporteremo la sicurezza a New York, che ormai è una città in declino: non l’ho mai vista così – ha detto Trump, aprendo il suo comizio. – E la renderemo più bella che mai. Renderemo la Grande Mela great again e contemporaneamente renderemo l’America great again. A novembre manderemo a casa Biden e il 20 gennaio, dopo il mio insediamento, anche il Bronx tornerà a risorgere”.
Dall’altra parte del parco, nello stesso tempo, c’era una dimostrazione contro Trump, capeggiata dalla presidente del distretto, Vanessa Gibson, accompagnata dalla deputata del Bronx, Amanda Septimo, e dalla presidente del gruppo di attivisti Arc of Justice, Kirsten John Foy. Quest’ultima ha detto che la manifestazione è stata organizzata per contrastare la macchina della propoganda che sostiene che la comunità latinoamericana voterà per lui. “Sta solo cercando di distrarre e deviare l’opinione pubblica che è sotto processo penale”.

È strano che questo rally di Trump, in particolare in questa zona di New York, sia avvenuto proprio nel momento in cui l’ex presidente ha fatto della lotta ai migranti privi di documenti una pietra miliare della sua campagna. Ha regolarmente fatto affermazioni false o esagerate sull’immigrazione clandestina e ha utilizzato un linguaggio razzista e xenofobo quando si riferiva ai migranti.
Prima del rally nel Bronx, la campagna elettorale di Biden ha pubblicato un paio di spot televisivi e radiofonici che sottolineavano il trattamento di Trump nei confronti degli afroamericani, comprese le sue false affermazioni secondo cui Barack Obama, il primo presidente nero, non era nato negli Stati Uniti, e le sue richieste per l’esecuzione di un gruppo di adolescenti neri e ispanici che furono condannati, ma poi scagionati, dall’accusa di aver violentato una donna bianca che faceva jogging al Central Park nel 1989.
