Lo speaker della camera, Mike Johnson, ha confermato che entro la settimana estenderà al premier israeliano Benjamin Netanyahu l’invito a tenere un discorso al Congresso, nonostante il procuratore della Corte Penale Internazionale abbia dichiarato di voler richiedere un mandato di arresto per il premier israeliano, per aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità a Gaza.
In settimana, Johnson aveva detto che l’invito non era stato ancora inviato, perché attendeva anche il parere del leader della maggioranza del Senato Chuck Schumer. “Ne sto discutendo con lo speaker della Camera”, ha poi affermato quest’ultimo, “come ho sempre detto, il nostro rapporto con Israele è di ferro, e trascende qualsiasi primo ministro o presidente”. Johnson, che è stato un convinto sostenitore di Netanyahu, aveva ventilato per la prima volta l’idea di invitare il leader israeliano al Congresso già a marzo. In quel periodo, però Schumer aveva definito Netanyahu un “ostacolo alla pace”.
“Rispetterò sempre il suo straordinario coraggio sul campo di battaglia da giovane. Credo che nel suo cuore la sua priorità più alta sia la sicurezza di Israele”, affermò il leader della maggioranza del Senato, lo scorso il 14 marzo, “Tuttavia, credo anche che il Primo Ministro Netanyahu abbia perso la retta via, permettendo alla sua sopravvivenza politica di avere la precedenza sui migliori interessi del Paese”.

Il piano dello speaker della Camera, ora, arriva sulla scia dell’annuncio di lunedì del procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, di voler chiedere un mandato di cattura per il primo ministro, per altri leader israeliani e per capi di Hamas, ““responsabili penalmente di crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza, dopo aver affamato i civili, causato grandi sofferenze e compiuto altri atti disumani”. La decisione di Khan è stata definita come “Assurda” da parte dello stesso Netanyahu, mentre il presidente americano Joe Biden l’ha ritenuta perfino “oltraggiosa”.
Come facilmente presumibile, l’idea di Johnson di invitare il primo ministro israeliano a tenere un discorso al Congresso non è piaciuta proprio a tutti. Alcuni democratici, infatti, sono già in subbuglio, in particolar modo un gruppo di deputati afroamericani, furiosi per il fatto lo speaker stia spingendo per assicurarsi la presenza di Netanyahu, rifiutandosi al contempo di invitare il presidente del Kenya William Ruto, in visita a Washington proprio in questi giorni.
“Non credo abbia senso che Netanyahu si rivolga al Congresso in questo momento, soprattutto alla luce del fatto che il Presidente della Camera ha negato al leader keniota questa possibilità”, ha spiegato Maxwell Frost, rappresentante della Florida, “Sono decenni che un capo di Stato africano non si rivolge a noi. Quindi tutto ciò è un po’ sconvolgente, e credo sia anche uno schiaffo ai Paesi africani”.
Il nervosismo nelle file democratiche però scaturisce anche dal ricordo del 2015, quando in un altro discorso al Congresso, il leader israeliano utilizzò l’alto palcoscenico per attaccare l’allora presidente Obama in merito al suo nascente accordo nucleare con l’Iran.