Si è conclusa con una standing ovation di ben otto minuti l’anteprima mondiale del thriller su Donald Trump presentata lunedì sera a Cannes – con un titolo, The Apprentice, che richiama il celebre reality show condotto dal magnate in TV.
La pellicola, scritta da Gabe Sherman e diretta dal regista iraniano-danese Ali Abbasi, racconta l’ascesa alla ribalta dell’ex presidente nell’America degli anni ’80, soprattutto grazie all’influenza dell’istrionico avvocato newyorkese Roy Cohn. Ad interpretare il giovane Trump nella sua scalata da piccolo imprenditore immobiliare a miliardario più famoso d’America è Sebastian Stan, con Maria Bakalova nel ruolo di Ivana Trump e Martin Donovan in quello di Fred Trump Sr.
Secondo la sinossi ufficiale, il film è una “esplorazione del potere e dell’ambizione in un mondo di corruzione e inganno”, nonché “una storia di mentori e protettori che traccia le origini di una dinastia americana. Piena di personaggi appariscenti, rivela il costo morale e umano di una cultura definita da vincitori e perdenti”.
A ormai cinque mesi dalle elezioni presidenziali di novembre, il dramma non piace però a tutti. O quantomeno a chi ha avuto o avrà la fortuna di poterlo vedere – dato che per ora The Apprentice non ha ancora un distributore negli Stati Uniti né tantomeno una data di uscita nei cinema europei.
Non ha ad esempio apprezzato il film-dramma Dan Snyder, miliardario proprietario della franchigia NFL dei Washington Commanders. Pur avendo co-finanziato la pellicola, Snyder sarebbe inviperito dalla direzione che il film avrebbe preso. Secondo Variety, Snyder, che è amico di Trump e che in passato ha generosamente donato per la sua carriera politica, aveva avuto l’impressione che il film avrebbe dipinto Trump in una luce lusinghiera. Invece, alla prima di lunedì il pubblico ha visto una scena in cui Trump stuprava la sua prima moglie, Ivana, e una scena in ospedale quando Trump si fa la liposuzione. Per questi motivi, Snyder starebbe cercando ora di fermare la distribuzione del film.
Una reazione collerica è arrivata anche da parte dello staff di Trump. “Presenteremo un’azione legale per affrontare le affermazioni palesemente false di questi finti registi. Questa spazzatura è pura finzione che sensazionalizza bugie che sono state a lungo sfatate”, ha dichiarato Steven Cheung, portavoce della campagna di Trump, in una dichiarazione alla CNN. “Questo ‘film’ è pura calunnia, non dovrebbe vedere la luce del giorno e non merita nemmeno un posto nella sezione “home-video” di un discount di film di prossima chiusura, ma appartiene direttamente a un cassonetto da incendiare”.