Dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, il 65enne trentino Chico Forti è finalmente tornato in Italia. Ad accoglierlo nella mattinata di sabato all’aeroporto di Pratica di Mare c’era anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che lo scorso marzo aveva annunciato il rimpatrio del connazionale condannato all’ergastolo e rinchiuso in un carcere di massima sorveglianza della Florida al termine di un processo assai controverso.
Forti è arrivato a bordo di un Falcon dell’Aeronautica Militare Italiana decollato da Miami. “Non vedo l’ora di riabbracciare mia madre“, le sue prime parole. Il detenuto è stato inizialmente trasferito al carcere romano di Rebibbia, salvo poi essere trasportato al penitenziario di Verona, sua destinazione finale.
Il suo avvocato, Carlo Della Vedova, ha intanto presentato un’istanza per permettere un incontro tra il detenuto e la madre.
Il ritorno di Enrico “Chico” Forti è un risultato ottenuto “con una grande azione del governo ma anche della nostra diplomazia” ed è “una scelta giusta” perché “possa scontare la seconda parte della sua detenzione in un carcere italiano”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Non è stato facile rimanere in silenzio ma oggi possiamo finalmente dare questa notizia; ringrazio lo stato della Florida e il governo americano per la collaborazione, lo studio Tacopina per il lavoro legale e la famiglia Bocelli, da sempre al fianco di Chico, per il supporto umano. Ovviamente, quella di Forti non è una scarcerazione ma un trasferimento in Italia dove, secondo le nostre leggi, finirà di scontare la sua pena”, ha invece affermato Andrea Di Giuseppe, parlamentare di Fratelli d’Italia eletto all’estero che segue il caso da febbraio 2023.
Trasferitosi negli Stati Uniti negli anni Novanta, l’ex campione di windsurf Chico Forti venne arrestato per l’omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, con cui l’italiano stava concludendo le trattative per l’acquisto del Pikes Hotel, un prestigiosissimo resort a Ibiza. Nel giugno 2000 venne condannato come principale imputato all’ergastolo senza condizionale con un processo durato appena 24 giorni.
Le autorità statunitensi sostengono che Chico Forti sia stato il mandante o l’esecutore dell’omicidio, spinto dal timore di non concludere l’affare. D’altra parte, gli innocentisti suggeriscono che il vero mandante potrebbe essere stato un truffatore tedesco, amico del padre della vittima.
Forti si è sempre dichiarato non colpevole, ma da allora era rinchiuso al carcere di massima sorveglianza Dade Correctional Institution di Florida City. Il caso ha colpito l’opinione pubblica contestando che ci fossero diverse lacune delle indagini e altrettanti passaggi non chiari.
Le trattative per permetterne il trasferimento in Italia sono andate avanti per anni. L’ultimo a darne l’annuncio era stato l’allora ministro degli Esteri Luigi di Maio che a dicembre 2020 aveva comunitato il ritorno di Forti in Italia, senza in realtà una risoluzione concreta. Infatti, all’epoca il governatore della Florida Ron DeSantis aveva dato una prima “approvazione condizionata”, ma i procuratori di Miami si erano sempre opposti. Lo scorso marzo, DeSantis infine autorizzato il trasferimento di Forti in Italia, a condizione però che l’uomo scontasse l’ergastolo in carcere.