Più di 131 milioni di americani, quasi il 40% del totale, vivono in aree con cattiva qualità dell’aria. A rilevarlo è un nuovo rapporto dell’American Lung Association: si tratta di 11,7 milioni di persone in più rispetto al rapporto dello scorso anno, un “aumento significativo” del numero di persone la cui salute è ora a rischio di asma, cancro ai polmoni e altro.
L’organizzazione ha esaminato i dati relativi all’inquinamento da particelle e all’ozono e ha scoperto che 65 milioni di persone vivono in aree con un voto F – il peggiore.
Come si legge nello State of the Air report, “i ricercatori stimano che [le polveri sottili prodotte dalla combustione di legna o combustibili fossili] siano responsabili di quasi 48.000 morti premature negli Stati Uniti ogni anno”.
“Più di 55.000 persone con diagnosi di cancro ai polmoni nel 2020 vivono in contee che hanno ricevuto una F per almeno un inquinante, e circa 15.200 persone con diagnosi di cancro ai polmoni vivono in contee che non hanno ottenuto tutte e tre le misure”, si legge nel rapporto.
Inoltre gli esperti sottolineano disparità razziali nelle popolazioni che vivono in aree con aria malsana rispetto a quelle che vivono in aree con aria di migliore qualità: “Sebbene i neri rappresentino il 41,6% della popolazione complessiva degli Stati Uniti, costituiscono il 52% delle persone che vivono in aree con aria malsana”, si legge.
La lista delle 10 città più inquinate d’America comprende ben sette località californiane. In vetta c’è San Bernardino, seguita da Riverside e da Los Angeles. Rispettivamente alla quarta, quinta e sesta posizione ci sono Tulare, Kern e Fresno, seguite da Maricopa (Arizona), Jefferson, Palcer e Douglas (Colorado).
La situazione non è delle migliori nemmeno nella Grande Mela: l’area di New York è la tredicesima maggiormente esposta all’inquinamento da azoto, tra i principali responsabili dell’asma.