Comincia oggi la quarta e probabilmente ultima settimana del processo contro Donald Trump a New York. Il testimone di punta sarà Michael Cohen, l’uomo che per anni è stato il faccendiere, l’aggiustatutto del magnate, ma che con la sua testimonianza potrebbe contribuire a sfasciare la vita dell’ex presidente confermando alcuni dei segreti che il suo ex boss voleva disperatamente nascondere.
Cohen dovrà testimoniare in merito al suo coinvolgimento in alcuni pagamenti di denaro effettuati per conto di Trump durante la sua prima campagna presidenziale. Tra questi ci sono i 130.000 dollari che sarebbero stati versati all’ex pornostar Stormy Daniels, che la scorsa settimana ha testimoniato davanti ai giurati che la somma ricevuta nel 2016 serviva a farla tacere su una presunta scappatella sessuale di dieci anni fa con Trump in una suite d’albergo.
I procuratori sostengono che, per nascondere il vero scopo dei pagamenti, i rimborsi siano stati registrati da Trump come spese legali. Per questo motivo sul capo del candidato GOP alla Casa Bianca pendono ben 34 incriminazioni per falso in bilancio.
Nonostante avesse promesso di “prendersi anche una pallottola per Trump”, Cohen ha tradito il suo ex capo pochi mesi dopo che l’FBI ha fatto irruzione nella sua casa e nel suo ufficio nel 2018, dichiarandosi nell’agosto dello stesso anno colpevole di accuse di finanziamento di campagne federali e facendo proprio il nome di Trump.
Altri testimoni hanno confermato il ruolo di Cohen nell’organizzare la soppressione di notizie ritenute dannose per la campagna di Trump del 2016, tra cui l’ex editore del National Enquirer David Pecker e l’ex consigliera di Trump Hope Hicks. Inoltre, è stato mostrato alla giuria un nastro in cui Trump e Cohen parlano di un accordo per l’acquisto dei diritti di una storia sulla modella di Playboy Karen McDougal, che ha dichiarato di aver avuto anche lei una relazione con Trump.
Sabato, intanto, Trump ha accusato il rivale democratico Joe Biden di essere il vero burattinaio dei suoi guai legali. In un comizio elettorale nella località turistica di Wildwood, nel New Jersey meridionale, Trump ha definito il presidente come un “deficiente” che lo ha costretto a sottoporsi a un “processo mediatico”.