Scoprire le auto utilizzate dai Presidenti della Repubblica è un viaggio nel tempo e nella storia, un modo per apprezzare l’eccellenza del design e del made in Italy.
Il garage del Quirinale custodisce veri gioielli automobilistici, come la Flaminia 335 e le Maserati Quattroporte, che ci fanno scoprire le creazioni più esclusive delle case automobilistiche italiane.
Il 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, la Lancia Flaminia 335 sarà la vera protagonista della cerimonia. Con la sua eleganza senza tempo, sarà pronta a accompagnare il Presidente dai Fori Imperiali, all’Altare della Patria e poi al Quirinale.

La storia delle auto presidenziali inizia con la Fiat 2800 Torpedo. Registrata il 6 febbraio 1947 come “Torpedo presidenziale” presso il Quirinale, la vettura era stata ereditata dal regime precedente. In un periodo in cui l’Italia versava ancora in condizioni critiche, il primo Presidente Enrico De Nicola decise di non fare ulteriori spese e di utilizzare la Fiat 2800 già presente.
La Fiat 2800 era la stessa auto che Vittorio Emanuele III aveva usato dopo il 1939: lunga oltre 4 metri, carrozzata da Pininfarina e prodotta in soli 12 esemplari, tutti di colore “nero imperiale”.
Luigi Einaudi, il primo Presidente eletto dal Parlamento, scelse la Lancia Aurelia come auto di rappresentanza, considerata una delle vetture più avanzate della sua epoca.
Antonio Segni optò per l’iconica l’Alfa Romeo 1900, già presente nel parco auto del Quirinale e che fu la prima “Pantera” della Polizia.
La Lancia Flaminia arriva successivamente, diventando l’auto presidenziale per eccellenza e la più famosa fra quelle utilizzate dai Capi di Stato, continuando a suscitare interesse e curiosità.

Commissionata dal Presidente Gronchi in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, fu realizzata da Pininfarina. La vettura doveva rappresentare la Nazione in un periodo di grande crescita economica e di sviluppo industriale.
L’auto venne realizzata partendo dalla Flaminia del 1959, allungando il passo e la lunghezza in modo da poter ospitare sette persone.
Le quattro Flaminia tipo 335 prodotte per il Quirinale tra il 1960 e il 1961, sono state denominate “Belfiore”, “Belsito”, “Belvedere” e “Belmonte”, prendendo ispirazione dai nomi dei cavalli purosangue dei Corazzieri.
Attualmente, Belsito è esposta presso il museo storico della Motorizzazione Militare di Roma, mentre la Belmonte è in mostra al Museo dell’Automobile di Torino.
Le vetture “Belfiore” e “Belvedere” rimangono in servizio al Quirinale e vengono utilizzate nelle grandi occasioni, come la parata del 2 giugno e la cerimonia di insediamento del Presidente della Repubblica.
Tra coloro che hanno apprezzato l’eleganza della Flaminia presidenziale ci sono la Regina Elisabetta II, John Fitzgerald Kennedy e Charles De Gaulle.
La leggenda narra che la Flaminia piacque così tanto alla Regina Elisabetta II che si vocifera dell’esistenza di un esemplare conservato a Buckingham Palace; circostanza mai provata e negata dallo stesso Giovan Battista Farina, diventato Pininfarina proprio nel 1961.

Sandro Pertini invece non utilizzò mai la Flaminia. Il 14 dicembre 1979, venne presentata a Pertini la “Maserati Quattroporte”, la nuova generazione dell’ammiraglia modenese. Nel 1982, il Quirinale commissionò una Maserati Quattroporte blindata, seguendo le specifiche dettate dal Presidente della Repubblica. L’auto presidenziale entrò in servizio nel 1983 e, come da tradizione per gli addetti al garage del Quirinale, le fu dato un soprannome. In questo caso “Calliope”, che in greco significa “dalla bella voce”, in omaggio al suono del motore.
La caratteristica più celebre di questo esemplare era l’ampio posacenere con relativo porta pipa al centro dei sedili posteriori.
Non tutti sanno che…. Pertini utilizzava la Maserati Quattroporte in ogni occasione, compresa la visita alla Ferrari a Maranello, nel 1983. Secondo il protocollo, una volta che l’auto fosse giunta all’interno dello stabilimento, il padrone di casa avrebbe dovuto avvicinarsi alla vettura per dare il benvenuto al Presidente. Invece, Enzo Ferrari rimase immobile ad una decina di metri dall’auto, creando un evidente imbarazzo. Pertini, per stemperare l’atmosfera, scese dalla Quattroporte e si avvicinò al patron della Ferrari. La storica rivalità tra il Cavallino Rampante ed il Tridente fu evidente anche in quella storica circostanza.
Le generazioni successive di Maserati Quattroporte con varie modifiche dedicate, inclusa la blindatura, continuano a far parte della flotta auto del Quirinale.

Dopo Pertini, sembrava che le Lancia fossero destinate al pensionamento, ma il destino ci mise lo zampino, proprio il giorno del giuramento del Presidente Cossiga. Quel mercoledì di luglio del 1985, la Maserati Quattroporte lasciò a piedi il neo-Presidente, rifiutandosi ostinatamente di partire da Montecitorio. Panico. In fretta e furia, fu richiamata in servizio una delle vecchie Flaminia che partì al primo colpo come un orologio svizzero. Da allora, le vecchie ammiraglie di casa Lancia hanno continuato a servire al Colle.
Durante la presidenza di Carlo Azeglio Ciampi, le Lancia tornarono in auge anche con tre esemplari di Lancia Thesis al servizio del Quirinale. Una di esse, in versione limousine e blindata, fu consegnata a Ciampi nel 2003 e utilizzata per le visite di altri capi di Stato in Italia. Le restanti due Thesis blindate sono della serie “Protecta” e vengono impiegate per gli spostamenti del Presidente.
Le vetture presidenziali non sono solo mezzi trasporto, ma anche un simbolo di prestigio e di storia. Ogni modello scelto dai Presidenti riflette un’epoca e uno stile, contribuendo a creare una tradizione automobilistica unica e affascinante nel contesto istituzionale.