Roma e New York possono imparare molto l’una dall’altra. Il sindaco di New York Eric Adams ha raggiunto la capitale italiana per partecipare al World Meeting on Human Fraternity organizzato da papa Francesco. Intanto, all’ora di pranzo italiana ha preso parte assieme al sindaco Roberto Gualtieri a “Roma Cura Roma”, un grande evento di bonificazione collettiva dei beni comunali a Piazza San Cosimato, nel cuore del rione Trastevere. Con pennello e vernice, i due primi cittadini hanno ridipinto parte di un muro imbrattato di graffiti, contribuendo all’attività dei volontari.
“Un pennello alla volta, una scopa alla volta, un volontario alla volta – ha dichiarato il sindaco Adams, – ci aiuteranno a trasformare il dolore che abbiamo sentito durante il Covid-19 in un obiettivo”. E poi ha proseguito Gualtieri: “Insieme possiamo rendere Roma più bella e siamo tantissimi: 16 mila volontari e 328 eventi in totale”.
Il sindaco Adams ha paragonato la Grande Mela alla Città Eterna. “New York è la Roma d’America” per le dimensioni, la quantità di turisti, il traffico e le difficoltà nell’amministrare una metropoli di questo genere, che non sono le uniche tematiche su cui si è confrontato con Gualtieri. Un paragone che però a tratti stona, come ricordano i tanti romani che anche ieri hanno commentato la visita del primo cittadino newyorkese dentro al cantiere della metropolitana vicino al Colosseo.
La due-giorni del sindaco Adams nella capitale italiana proseguono senza sosta. Dopo Trastevere, nel pomeriggio ha raggiunto il Campidoglio per partecipare alla giornata conclusiva del World Meeting on Human Fraternity, l’evento organizzato dalla Fondazione Fratelli Tutti che ha coinvolto diverse figure di spicco, come Premi Nobel per la Pace, scienziati, economisti, per cercare alternative alle guerre e alle povertà.
“Mi sono reso conto – ha dichiarato Adams – che fin troppo spesso una fraternità si riunisce in momenti di dolore, morte e sofferenza. Credo in quello che Sua Santità ha fatto convocando questo incontro così cruciale, mentre tutto intorno a noi vediamo guerre e conflitti mondiali, credo che la Fondazione capisca che è arrivato il momento per noi di assumere un approccio più attivo nell’affrontare questi conflitti”. Inoltre, ha ricordati che fra le sfide delle grandi amministrazioni non ci sia soltanto la crescita dell’economia e dei posti di lavoro, ma anche un salario e un trattamento equi. Si aggiungono poi proteggere dalla criminalità, prevenendo sulle condizioni che portano al crimine; dare educazione e istruzione, guida, amore, opportunità ai giovani. Altrimenti “non avremo i leader di domani”.
Nella mattinata italiana, il sindaco Adams ha preso parte a un incontro “intimo” con papa Francesco che anticipasse l’evento del pomeriggio. Hanno partecipato quaranta persone fra primi cittadini di numerose città del mondo e diversi Premi Nobel per la Pace, come Dmitrji Muratov, Jody Williams, Tawakkol Karman, Maria Ressa, Leymah Gbowee, Rigoberta Menchù Tum e Muhammad Yunus.
“Per garantire una pace duratura – ha detto il Papa nel suo intervento nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico in Vaticano, – occorre tornare a riconoscersi nella comune umanità e porre al centro della vita dei popoli la fraternità. Solo così riusciremo a sviluppare un modello di convivenza in grado di dare un futuro alla famiglia umana. La pace politica ha bisogno della pace dei cuori, affinché le persone si incontrino nella fiducia che la vita vince sempre su ogni forma di morte”.