La mossa del presidente Joe Biden di sospendere una spedizione di bombe pesanti destinate ad Israele ha suscitato la furia di alcuni politici repubblicani. Gli USA hanno trattenuto circa 3.500 bombe, poiché la Casa Bianca è sempre più frustrata per la situazione in cui versano i civili a Gaza ed è preoccupata per un’incombente invasione israeliana a Rafah, una città a sud della regione, dove attualmente si rifugiano più di un milione di palestinesi.

La decisione di sospendere la spedizione di armi è una delle azioni più significative che Biden ha intrapreso per affermare l’influenza degli Stati Uniti nella guerra tra Israele ed Hamas. Mentre i progressisti hanno a lungo richiesto tali restrizioni sui carichi, i repubblicani hanno risposto alla mossa con dichiarazioni al vetriolo, con le quali hanno attaccato duramente l’operato del presidente.
Il presidente della Commissione Affari Esteri della Camera, Michael McCaul, del R-Texax, e il presidente dei Servizi Armati della Camera, Mike Rogers, dell’Alaska, hanno affermato mercoledì, in una dichiarazione congiunta, di essere “sconcertati dal fatto che l’amministrazione abbia messo in pausa le spedizioni di armi a Israele”, accusando Biden di aver indebolito la sicurezza del Paese.
“Inoltre-hanno affermato i due- questa disastrosa decisione politica è stata presa in segreto ed è stata deliberatamente nascosta al Congresso e al popolo americano. In un momento in cui Israele continua a negoziare in buona fede per garantire il rilascio di ostaggi, tra cui cittadini americani, l’errore strategico e miope dell’amministrazione mette in discussione il suo ‘incrollabile impegno’ come alleato”.
I presidenti delle due commissioni hanno infine concluso: “Il governo deve permettere che queste spedizioni vadano avanti per sostenere l’impegno degli USA per la sicurezza di Israele e garantire che il Paese possa difendersi e sconfiggere Hamas”.

Nel mirino di alcuni politici del GOP è finito anche il Segretario alla Difesa, Lloyd Austin, che ha ribadito come l’impegno degli USA nei confronti di Israele rimane “ferreo”, aggiungendo: “Stiamo attualmente rivedendo alcune spedizioni a breve termine nel contesto degli eventi in corso a Rafah. Abbiamo fatto una pausa per rivalutare alcuni degli aiuti che stiamo fornendo”.
Alle parole di Austin ha risposto il senatore del GOP Lindsey Graham, che ha ribattuto: “E lei mi sta dicendo che se non forniamo armi in questa lotta, un conflitto esistenziale per la vita dello Stato ebraico, non manderemo un segnale sbagliato?”.
“Continueremo ad assicurarci che Israele sia al sicuro, in termini di Iron Dome e per ciò che riguarda la sua capacità di rispondere agli attacchi che si sono verificati di recente in Medio Oriente”, ha infine affermato lo stesso Biden mercoledì sera, ai microfoni della CNN, “ma nel caso di una invasione su larga scala a Rafah non forniremo armi e proiettili di artiglieria”.
Intanto il Regno Unito ha fatto sapere che non si accoderà alla Casa Bianca. Intervenuto dopo un discorso tenuto a Londra giovedì, Cameron ha detto che il Regno Unito “non sosterrebbe una grande operazione a Rafah a meno che non ci sia un piano molto chiaro su come proteggere le persone e salvare vite umane”, aggiungendo però che “che le nostre esportazioni di armi verso Israele siano responsabili di molto meno dell’uno per cento del loro totale” – sottintendendo che Londra non ha attualmente intenzione di seguire l’alleato USA.