Chi viaggia a lungo in automobile espone sé stesso a un maggiore rischio di sviluppare il cancro.
A sostenerlo è una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology, che solleva gravi preoccupazioni per le sostanze chimiche tossiche provenienti dai sedili delle automobili.
Per rispettare gli standard federali di sicurezza antincendio, infatti, la maggior parte delle macchine è trattata con sostanze chimiche ignifughe, presenti soprattutto nella gomma dei sedili. Il nuovo studio ha tuttavia scoperto che tali sostanze rimangono nell’aria all’interno degli abitacoli, e vengono perciò inalate da automobilisti e passeggeri.
In particolare almeno una di queste, la sostanza ritardante di fiamma, è attualmente considerata un potenziale cancerogeno ed è suscettibile inoltre di provocare danni neurologici e riproduttivi.
“Considerando che l’automobilista medio trascorre circa un’ora in auto ogni giorno, si tratta di un problema significativo per la salute pubblica”, ha dichiarato Rebecca Hoehn, tossicologa della Duke University, secondo quanto riportato da People. “È particolarmente preoccupante per i conducenti che fanno lunghi viaggi e per i passeggeri bambini, che respirano mediamente più aria per peso corporeo rispetto a un adulto”, ha aggiunto.
Poiché il calore fa sì che le sostanze chimiche vengano rilasciate più facilmente, lo studio ha rilevato che in estate si registrano le concentrazioni più elevate di particelle tossiche nell’aria.
Come guidare allora in maniera più salubre? Lydia Jahl, autrice dello studio e scienziata senior del Green Science Policy Institute, sostiene che il rischio di danni alla salute possa essere significativamente ridotto avendo l’accortezza di aprire i finestrini delle auto e parcheggiare all’ombra o in garage.
“Ma ciò che è veramente necessario è ridurre la quantità di ritardanti di fiamma che vengono aggiunti alle automobili. Il pendolarismo al lavoro non dovrebbe comportare un rischio di cancro e i bambini non dovrebbero respirare sostanze chimiche che possono danneggiare il loro cervello mentre vanno a scuola”, ha aggiunto.