L’esercito degli Stati Uniti ha completato la costruzione del molo per la consegna via mare di aiuti umanitari a Gaza, malgrado le condizioni meteorologiche attuali rendano ancora insicuro spostare la struttura composta di due parti. Ad annunciarlo è stato martedì il Pentagono.
“Le forze armate statunitensi hanno completato la costruzione in mare aperto della sezione del molo Trident, o della strada rialzata, che è la componente che alla fine sarà ancorata alla costa di Gaza”, ha dichiarato la portavoce Sabrina Singh ai giornalisti.
“Ad oggi, quindi, la costruzione delle due porzioni del JLOTS (Joint Logistics Over-the-Shore) – il molo galleggiante e il molo Trident – sono completate e in attesa di essere spostate definitivamente al largo”, ha aggiunto.
La settimana scorsa il Comando centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) aveva dichiarato che le condizioni burrascose del mare lo avevano costretto a interrompere temporaneamente l’assemblaggio del molo galleggiante in mare aperto.
I militari USA avevano inoltre dichiarato che le navi militari e il molo non ancora finalizzato erano stati trasferiti ad Ashdod, uno dei tre principali porti merci israeliani a nord di Gaza. Una volta che il tempo si sarà chiarito, il molo sarà finalmente ancorato alla riva di Gaza da soldati israeliani.
I piani per il molo sono stati avviati da Joe Biden a marzo per ovviare ai ritardi nelle consegne degli aiuti via terra, con l’obiettivo finale di consegnare fino a 2 milioni di pasti di aiuti umanitari al giorno.
Secondo l’USAID, le forniture umanitarie approderanno inizialmente a Cipro. I funzionari israeliani controlleranno il carico prima che questo parta alla volta di Gaza. Dopo che le navi avranno scaricato il materiale su una piattaforma galleggiante situata al largo, successivamente gli aiuti verranno trasportati da navi più piccole al molo situato sulla costa della Striscia di Gaza, da dove poi verranno finalmente smistati tramite camion nei territori interni.
La distribuzione degli aiuti via terra ai civili palestinesi è divenuta estremamente ardua da quando il valico di Erez, l’unico passaggio di frontiera tra la metà settentrionale della Striscia di Gaza e Israele, è stato chiuso per mesi, prima che venisse riaperto a inizio mese. Negli ultimi giorni le forze israeliane hanno preso militarmente anche il valico di Rafah, una mossa che secondo le Nazioni Unite potrebbe limitare ulteriormente il sollievo umanitario alla funestata popolazione palestinese.
Nelle scorse ore Israele ha fatto intanto sapere che è stato riaperto il valico di Kerem Shalom verso Gaza, uno snodo chiave per l’ingresso degli aiuti umanitari, rimasto chiuso per due giorni dopo che un attacco missilistico di Hamas aveva ucciso quattro soldati israeliani.