È arrivato il giorno della tempesta “Stormy”. Un uragano di salaci rivelazioni fatte in aula da Daniels che con le sue accuse è riuscita a portare a processo, per la prima volta nella storia, un presidente americano. Accuse piccanti che hanno messo alla berlina un uomo che in tutta la sua vita ha cercato di costruirsi un’immagine di imprenditore di successo, carico di soldi e di fama.
Dal banco dei testimoni, per ore, Stormy Daniels ha raccontato la sua verità nella giornata più attesa di questo processo in cui Donald Trump è imputato per averla pagata in nero affinché non rivelasse di aver avuto rapporti sessuali con lui a pochi giorni dalle elezioni presidenziali del 2016.
Stephanie Clifford, che ha preso il nome d’arte di Stormy Daniels, sostiene di aver ricevuto 130 mila dollari per non rivelare a poche settimane dal voto, quando Trump sfidava Hillary Clinton, di aver fatto sesso con lui dieci anni prima. Rivelazioni clamorose che avrebbero potuto seriamente compromettere la sua elezione.
Per questa testimonianza c’è stata una battaglia legale tra gli avvocati dell’ex presidente e i pubblici ministeri. I legali di Trump hanno cercato di bloccarla, sostenendo che i “dettagli piccanti” avrebbero danneggiato l’immagine dell’ex presidente. Ma Stormy Daniels è un testimone troppo importante, una protagonista, più che un’attrice, in questa vicenda e le richieste degli avvocati sono state respinte. Il giudice Merchan ha solo chiesto moderazione nel descrivere il rapporto tra lei e l’ex presidente cercando di evitare particolari salaci. Ma le rivelazioni sono salte fuori ugualmente, tanto che gli avvocati hanno chiesto l’annullamento del processo. Che il giudice ha respinto.
I procuratori le hanno chiesto di raccontare tutti i particolari del loro incontro, della loro relazione, della storia del pagamento, che sarebbe avvenuta attraverso Michael Cohen, anche lui tra i testimoni.
E lei, con nervosismo, ha detto di aver incontrato Donald Trump in molteplici occasioni, con almeno una dozzina di testimoni. Tanta la foga nel racconto che giudice e pubblici ministeri le hanno chiesto di parlare più lentamente.
“Era vecchio quanto mio padre o forse ancora più anziano”, quando lo ha incontrato a un torneo di golf a Lake Tahoe nel 2006. Stormy afferma che venne avvicinata da una delle guardie del corpo di Trump che le disse che il suo capo la voleva vedere per invitarla a cena. “È stato un breve incontro”. Allora aveva 27 anni e lavorava ancora per una società che produce film per adulti. Tutto quello che sapeva dell’ex presidente allora era che il costruttore newyorkese giocava a golf e conduceva un reality show, “Celebrity Apprentice”, che lei “non aveva mai visto”. Alla giuria è stata mostrata la famosa foto che li ritrae insieme in occasione di quel loro incontro. “Andai nella sua suite. Indossava un pigiama di raso. Gli chiesi se Hugh Hefner sapeva che gli aveva rubato il look”.
Daniels ha raccontato quello di cui ha parlato con Trump, che voleva sapere della sua infanzia e come aveva iniziato a lavorare nell’industria dei film per adulti, passando dal ruolo di attrice a quello di regista. “Tu mi ricordi mia figlia: è bella e intelligente e anche lei è sottostimata dalla gente”, le disse il tycoon riferendosi a Ivanka. A un certo punto – ha ricordato ancora Daniels rispondendo alle domande dei procuratori – hanno parlato anche di Melania, che aveva sposato l’anno precedente e che in quel momento era incinta. Guardando delle foto, Daniels disse che era molto bella, mentre Trump affermò: “Non dormiamo nemmeno nella stessa stanza”.
L’attrice ha detto in aula di essersi lamentata del fatto che Trump non le avesse offerto la cena e che interrompesse costantemente la conversazione. Allora il magnate arrotolò una rivista di golf con lui in copertina che era sul tavolo, lei gliela prese dalle mani e lo sculacciò in risposta al suo sguardo di sfida.
Poi l’attrice ha raccontato che aveva chiesto di poter usare il bagno. Dopo che era tornata in camera, Trump si era messo sul letto con indosso solo maglietta e boxer. “Mi sono sentita il sangue gelare, ho pensato come avevo potuto non capire una cosa del genere”. Le intenzioni di Trump “erano abbastanza chiare, qualcuno si spoglia e posa per te… Mi tolsi i vestiti e le scarpe, poi il reggiseno. Eravamo nella posizione del missionario…”
A questo punto il giudice l’ha interrotta e ha spiegato alla testimone che “i dettagli qui non sono necessari”.

Stormy Daniels ha continuato la sua testimonianza affermando che era stata presa un po’ di sorpresa, che in realtà pensava che fosse solo un invito a cena e che avrebbero parlato della possibile partecipazione al suo show televisivo. Non voleva fare sesso con lui, ma non ha obiettato. Daniels ha provato a dire che voleva andar via, ma lui “si è alzato e si è messo tra me e la porta, non in modo minaccioso”. Ci ha tenuto a sottolineare che “c’era una situazione di squilibrio di potere: lui era più grande e mi bloccava l’uscita. Non mi sono sentita minacciata – ha comunque ripetuto – né verbalmente, né fisicamente”. Una volta finito il rapporto, “sono andata via il più veloce possibile, era molto difficile mettermi le scarpe perché mi tremavano le mani”. Prima di uscire dalla stanza Trump, le chiese se si sarebbero rivisti perché “stare insieme era stato fantastico”.
Daniels ha descritto anche una serie di telefonate con Trump, ascoltate da numerose persone perché, quando lui chiamava, lei lo metteva in vivavoce per “divertimento”. I pubblici ministeri hanno mostrato i contatti telefonici tra lei e l’assistente del tycoon.
“Ho detto a poche persone che avevo fatto sesso perché mi vergognavo di non averlo fermato. Ho raccontato invece di averlo incontrato, ma solo pochi amici stretti sanno della parte del sesso”, ha dichiarato la donna, di fronte a Trump che intanto continuava a guardare dritto davanti a sé, con lo sguardo torvo e consultandosi di tanto in tanto con i suoi avvocati.
Nel controinterrogatorio gli avvocati di Trump hanno cercato di descrivere Daniels come un’assetata di potere, notorietà e soldi, pronta a tutto pur di spillargli dollari.
Prima dell’udienza, nonostante gli avvertimenti del magistrato che ieri gli ha prospettato il carcere se continua a violare l’ordine del silenzio, Trump è tornato ad attaccare la Corte.
Il sindaco di New York Eric Adams ha detto che il carcere è attrezzato per una evenienza simile. “Il nostro straordinario responsabile del servizio carcerario è pronto per qualunque cosa accada a Rikers Island”, ha detto il sindaco in una conferenza stampa non correlata, riferendosi apparentemente a Lynelle Maginley-Liddie, il commissario del Dipartimento penitenziario. “Sono abbastanza sicuro che sarebbe pronta a gestire e affrontare questa situazione.”