Gli studenti della D’Youville University sono rimasti sconcertati quando hanno scoperto che, quest’anno, il discorso principale alla cerimonia di laurea verrà tenuto da un robot generato con l’intelligenza artificiale. Il piccolo college di Buffalo, nello Stato di New York, ha infatti affermato che sarà il robot Sophia l’oratore principale dell’evento della consegna delle pergamene, che vedrà protagonisti circa 500 ragazzi.
“L’intelligenza artificiale sembrava essere un argomento chiaro tra il nostro corpo studentesco e la leadership senior”, ha affermato la presidente dell’ateneo, Lorrie Clemo, “Poi ci siamo chiesti: ‘Ok, se vogliamo presentare l’AI, chi è l’oratore migliore per trattare l’argomento?’. Avevamo bisogno di qualcuno che rappresentasse la tecnologia per renderla visiva. Essendo Sophia un robot e alimentato dall’intelligenza artificiale, abbiamo pensato che sarebbe stata una bella combinazione”.
Quest’ultimo, in realtà, è un progetto realizzato dalla Hansen Robotics di Houston, nel 2016: Sophia, ora, “debutterà” a Buffalo il prossimo 11 maggio, in occasione della cerimonia di consegna delle pergamene di laurea. Nonostante l’entusiasmo da parte della direzione del college, l’iniziativa non ha convinto tutti. Moltissimi studenti, così come alcuni membri del corpo docenti, hanno infatti storto il naso dinanzi al progetto fortemente voluto dai vertici dell’istituto.
“Eravamo seduti sul divano a guardare la TV e ci siamo messi a ridere, ma poi la realtà ha cominciato a farsi strada”, ha dichiarato Andrew Fields, studente di terapia occupazionale. “I ragazzi non l’hanno saputo da un’e-mail, ma da articoli di giornale”.
Il giovane, che sul web utilizza uno pseudonimo per non avere problemi con la direzione del college, ha organizzato una petizione insieme ad alcuni amici, proprio per richiedere all’università di rivedere i propri piani. In poche ore, Fields ed i suoi compagni hanno raccolto oltre mille firme.
“È una vergogna ascoltare le parole di un robot dopo aver passato anni ad apprendere come salvaguardare le emozioni umane”, ha successivamente affermato un laureando della D’Youville, “tutto ciò è una barzelletta”. “Questa decisione è imbarazzante e irrispettosa nei confronti degli alunni”, ha inoltre comunicato un utente dell’ateneo, “noi vogliamo provare emozioni vere, umane”.
“Credo che questo sia il passo giusto verso il futuro- ha invece dichiarato il presidente del corpo studentesco John Rizk- e che sia un momento opportuno per far sì che i laureandi possano dare un’occhiata al loro domani, mentre chiudono il capitolo della loro carriera universitaria e ne aprono uno nuovo. Sarà un’esperienza grandiosa ed indimenticabile”.