Il gruppo Webuild, colosso dell’ingegneria con sede in Italia, ha presentato un primo progetto per la ricostruzione del ponte Francis Scott Key di Baltimora, crollato lo scorso marzo a causa dell’impatto di una nave cargo contro un pilastro portante.
La proposta è stata formalizzata venerdì dall’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini in una lettera indirizzata al segretario ai trasporti degli Stati Uniti Pete Buttigieg, al governatore del Maryland Wes Moore e al direttore esecutivo della Maryland Port Administration Jonathan Daniels.
“Noi di Webuild e la nostra consociata statunitense Lane siamo pronti a metterci a disposizione, in modo da ripristinare rapidamente questo ponte strategico per la mobilità locale”, ha dichiarato il manager romano.
Il piano prevede la realizzazione di un nuovo ponte strallato più sicuro, adattabile e sostenibile, ha dichiarato la società. Nello specifico, la nuova infrastruttura amplierebbe la distanza di navigazione – ossia l’area che una nave può occupare per passare sotto il ponte – a 65 metri, aumentando inoltre la luce del ponte a circa 2.300 piedi (700 metri), con i piloni principali posizionati in acque più basse, lontano dal canale di navigazione. La proposta suggerisce poi di ampliare l’autostrada aggiungendo una corsia in ogni direzione e aumentando le corsie di emergenza per accogliere il traffico aggiuntivo sul ponte.
La proposta preliminare, consegnata gratuitamente alle autorità competenti “in segno di solidarietà e amicizia con gli Stati Uniti”, è stata redatta in collaborazione con l’architetto Carlo Ratti, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT), e con l’ingegnere strutturale francese Michel Virlogeux, che ha progettato il ponte Vasco da Gama a Lisbona e il viadotto di Millau in Francia.
Nel 2020 la squadra di Webuild si era già occupata con successo della ricostruzione del ponte Morandi di Genova, sostituito a meno di un anno dal crollo con una nuova struttura disegnata dall’archistar Renzo Piano.