Nicola è uno studente italiano alla UCLA, Mina è una sua collega americana con origini siriane. Sono nomi di fantasia, perché non vogliono essere identificabili; una precauzione comprensibile nel clima che si respira in mezzo alle proteste filopalestinesi e alle reazioni pro israeliane nelle università americane. Entrambi, in questi giorni, hanno dato una mano ai manifestanti che hanno creato l’accampamento nell’ateneo di Los Angeles per opporsi all’offensiva israeliana a Gaza. “Portare acqua, distribuire cibo, cose così”, dice Nicola.
“Sono state proteste per lo più pacifiche” dice Mina. “A parte gli assalti delle contromanifestazioni dei filo israeliani. Tutti gli studenti cercano di sostenersi a vicenda e la protesta è cresciuta giorno dopo giorno. Ma ieri notte i contromanifestanti hanno assalito l’accampamento, hanno tirato all’interno petardi e gas lacrimogeno, hanno montato altoparlanti per trasmettere pianti di bambini come quelli che trasmette l’esercito israeliano a Gaza. L’università ha applicato alcune misure di sicurezza, ma non ha garantito ieri i manifestanti dell’accampamento e la polizia di Los Angeles non è intervenuta tempestivamente”.
Come alla Columbia University di New York, la polizia di Los Angeles è invece intervenuta in piena notte per smantellare l’accampamento e ha effettuato arresti fra i manifestati pro palestinesi.
Nicola racconta: “sono andato all’accampamento appena è stato creato, era molto pacifico, alcuni suonavano la chitarra e si distribuiva cibo. La situazione era molto serena anche se sono state create delle barricate per proteggere le tende dove dormivano gli studenti. Martedì ha cominciato a circolare un video di un pro israeliano che spintonava una ragazza dell’accampamento. Fuori c’erano una ventina di persone che sventolavano bandiere israeliane, dentro un centinaio di persone. Poi martedì notte hanno tirato di tutto dentro l’accampamento, anche topi, anche spray al peperoncino. Dicono che in poche ore abbiano raccolto cinquantamila dollari per la contro protesta, ma sono arrivati solo la notte; hanno montato un maxischermo per trasmettere video e audio. La polizia c’era, ma è rimasta a guardare mentre assaltavano le barricate, è ridicolo che non sia intervenuta. C’erano gli elicotteri che circolavano sopra l’accampamento. I vertici dell’università hanno prima emesso un comunicato dicendo che gli studenti ebrei non si sentivano sicuri nel campus; poi dopo gli assalti un secondo comunicato dicendo che il rettore era molto dispiaciuto, un po’ più equidistante. Adesso pare che vogliano smantellare tutto, ma l’intera protesta filo palestinese era stata totalmente pacifica”.