Dopo il recente allarme scattato per la diffusione del virus dell’aviaria tra le mucche da latte negli allevamenti statunitensi, il patogeno è stato trovato anche nel cervello di un piccolo delfino durante un esame post-mortem.
Dopo due anni di studi è stato confermato che il delfino morto nel 2022, appartenente al genere Tursiops truncatus presentava un virus altamente patogeno dell’influenza aviaria (HPAIV). E’ il primo caso conosciuto di questo virus in un cetaceo nell’America del Nord.
I ricercatori dell’Università della Florida hanno dettagliato la scoperta in uno studio pubblicato di recente sulla rivista Communications Biology.
In particolare le analisi del caso sono state condotte dal laboratorio di medicina zoologica dell’Università della Florida e dal National Veterinary Services Laboratory di Ames in Iowa, che ha individuato il sottotipo del virus.
Il delfino era stato trovato in difficoltà nel marzo 2022 tra una diga e un pilone portuale a Horseshoe Beach, una città nel sud della contea di Dixie in Florida. Purtroppo però è morto nonostante i tentativi di soccorso poco prima dell’arrivo degli operatori del Marine Animal Rescue Program.
L’esame post-mortem ha rivelato gravi problemi di salute, tra cui l’infiammazione del cervello. Ulteriori analisi hanno rivelato sintomi coerenti con altri animali selvatici infettati dal virus, come gli uccelli.
La scoperta è altamente preoccupante perché gli scienziati avvertono che la diffusione dell’influenza aviaria nei cetacei potrebbe essere catastrofica. La fonte dell’infezione del delfino rimane purtroppo ancora sconosciuta, quando comprendere il virus sarebbe cruciale per la prevenzione della sua diffusione.
Il rapporto pubblicato su Communications Biology, aggiunge i delfini tra le specie di mammiferi minacciate dal virus, che ha già causato la morte di milioni di uccelli selvatici di varie specie, l’uccisione di mezzo miliardo di volatili d’allevamento e fatto registrare, sempre più frequentemente, infezioni letali nei mammiferi, sia terrestri che marini.