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April 30, 2024
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Kristi Noem: l’ex possibile vicepresidente di Trump (prima della storia del cane)

La governatrice del South Dakota si è vantata nel suo libro di aver ucciso il suo bracco a pelo corto perché "indisciplinato"

Massimo JausbyMassimo Jaus
Kristi Noem: l’ex possibile vicepresidente di Trump (prima della storia del cane)

Copertina del libro "No Going Back The Truth on What's Wrong with Politics and How We Move America Forward" di Kristi Noem - Credit: pagina di Amazon

Time: 4 mins read

Aveva aspirazioni presidenziali, era nella lista di Trump tra le possibili scelte come sua vice nel ticket repubblicano. Ha scritto una biografia per promuovere il suo status politico e dare più peso alla sua candidatura. Ma è stato un clamoroso autogol.

La governatrice del South Dakota Kristi Noem ha scioccato il Paese rivelando di aver sparato e ucciso il suo cane, un bracco a pelo corto, perché, quando andava a caccia, invece di puntare i fagiani, inseguiva le galline. “Odiavo quel cane: non era possibile addestrarlo, non serviva a niente per andare a caccia e in quel momento ho capito che dovevo abbatterlo”, afferma Kristi Noem nel suo libro No Going Back: The Truth on What’s Wrong with Politics and How We Move America Forward, del quale The Guardian ha ottenuto in anteprima una copia.

Il libro, nelle parole della stessa autrice, è un contenitore di “storie reali, oneste e politicamente scorrette che faranno rimanere a bocca aperta i media”. E a bocca aperta ci sono rimasti tutti, anche i suoi alleati perché cani e gatti occupano un posto speciale nella vita americana. Per non parlare poi dei “presidential pet”, i cani dei presidenti.

We love animals, but tough decisions like this happen all the time on a farm. Sadly, we just had to put down 3 horses a few weeks ago that had been in our family for 25 years.

If you want more real, honest, and politically INcorrect stories that’ll have the media gasping,… pic.twitter.com/bKhpUkchHV

— Kristi Noem (@KristiNoem) April 26, 2024

Solo due inquilini della Casa Bianca, peraltro i presidenti più criticati nella storia americana, Andrew Jackson e Donald Trump, non hanno avuto un cane o un gatto quando erano all’ufficio Ovale. Da George Washington a Joe Biden, tutti hanno avuto animali da compagnia una volta insediati a Washington. E l’attuale presidente con Commander, un cane indisciplinato che morde gli agenti della sicurezza, lo ha dovuto mandare a rifare il corso di disciplina. Anche Mitt Romney, che nel 2012 era il candidato repubblicano contro Obama, ebbe l’infelicissima idea di raccontare che la sua famiglia aveva legato il setter irlandese di casa al tetto dell’auto durante un viaggio. Ed ebbe la sua quota di critiche.

Nel suo libro la repubblicana conservatrice e no vax, in rotta di collisione con le tribù indigene del suo Stato, nel tentativo di spiegare come lei in politica sia stata spesso costretta a fare scelte necessarie, ma impopolari, racconta come, al termine di una battuta di caccia, uccise con un colpo di fucile il suo cane Cricket di appena 14 mesi perché “non rispettava gli ordini. Non era addestrabile”.

E Cricket non è stata la sola vittima dei malevoli umori della 52enne governatrice. Ucciso a fucilate anche un caprone che girovagava nel giardino della sua casa di campagna “brutto e cattivo, perché era stato castrato. Puzzava in maniera disgustosa di rancido e depositava escrementi dappertutto”. Una capra che giocava “inseguendo” i suoi figli, che cadevano a terra e si sporcavano i vestiti. Noem scrive di averla trascinata in una “cava di ghiaia” e le ha sparato. Nonostante l’animale fosse ferito, non era ancora morto. Non soddisfatta, la governatrice tornò nella sua auto per prendere un’altra cartuccia e “mettere fine alle sue sofferenze”.

Un racconto brutale che probabilmente secondo le sue intenzioni avrebbe dovuto esaltare la sua personalità determinata che, senza esitazioni, risolve situazioni difficili usando metodi estremi. Una leader insomma, in grado di prendere provvedimenti drastici all’occorrenza.

“Una sorta di autobiografia – commenta il Guardian – di una donna forte e decisa che grottescamente usa queste sue crude esperienze personali di vita per mostrare di essere pronta a confrontare la visione più pacifista e, alcune volte tentennante, dei Democratici”.

Le rivelazioni hanno incontrato forti critiche da parte delle associazioni animaliste e degli oppositori. I governatori democratici Tim Walz del Minnesota e Gretchen Whitmer del Michigan su X hanno invitato i propri seguaci a “pubblicare una foto con il proprio cane”.

lamb! pic.twitter.com/KdKI6UgXt2

— Governor Tim Walz (@GovTimWalz) April 30, 2024

Domenica Noem ha messo in rete un post affermando che “le persone sono alla ricerca di leader autentici, disposti a imparare dal passato e che non si sottraggano alle sfide difficili” e ha aggiunto che “come ho spiegato nel libro, non è stato facile. Ma spesso la strada facile non è quella giusta”.

Una crudeltà e una insensibilità per i nostri amici a quattro zampe che riporta alla mente il commento di Hillary Clinton sul senatore repubblicano Ted Cruz.

Nel 2021 il Texas venne investito da un’ondata di maltempo che mandò in tilt la rete elettrica dello stato. Il senatore con la famiglia fuggì a Cancun lasciando a casa solo il loro barboncino. Un fotografo di una rivista del Texas scattò una foto, che poi mise in rete, della casa del senatore con le luci spente e solo il barboncino che guarda fuori dietro la porta a vetri. Hillary Clinton commentò allora la fotografia “Non votare per nessuno al quale non affideresti il tuo cane”. Nei giorni scorsi l’ex segretario di Stato ha riproposto il suo commento di allora anche alla governatrice del South Dakota.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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