La sonda spaziale Juno della Nasa, spedita nel 2011 per studiare Giove e il suo sistema, sta rimandando a terra dati di grande interesse sulla sua luna più vicina e misteriosa, Io, e i suoi vulcani.
Quattro secoli dopo che Galileo lo scoprì nel 1610, l’Agenzia spaziale ha pubblicato delle ricostruzioni animate del satellite basate sulle informazioni raccolte durante due recenti sorvoli. I video sono stati presentati insieme ai dati scientifici della missione in occasione dell’Assemblea Generale dell’Unione geofisica europea a Vienna.
Durante il volo la sonda è passata a meno di 1.500 chilometri dalla superficie di Io, ottenendo le prime immagini ravvicinate delle regioni alle latitudini settentrionali.
Del paesaggio del satellite di Giove ciò che colpisce di più sono gli specchi di laghi di lava vulcanica nera e lucida che ricordano l’ossidiana, un composto vetroso che quando si forma sulla Terra è conosciuto come “pietra guaritrice” nella cultura Apache. Non si sa se quello di Io presenti gli stessi identici elementi ma offre comunque immagini spettacolari e inedite di un corpo celeste tra quelli osservati dalle sofisticate sonde della NASA.
“Io è semplicemente disseminata di vulcani e ne abbiamo colti alcuni in azione”, ha detto il responsabile della missione Scott Bolton. “Abbiamo ottenuto anche ottime immagini ravvicinate e altri dati su un lago di lava lungo 200 chilometri, chiamato Loki Patera. Ci sono dettagli sorprendenti che mostrano queste isole pazzesche incastonate nel mezzo di un lago potenzialmente di magma bordato di lava calda. Il suo riflesso speculare registrato dai nostri strumenti suggerisce che parti della superficie di Io sono lisce come il vetro, come l’ossidiana creata vulcanicamente sulla Terra”.