Gli scienziati dell’US Fish and Wildlife Services (USFWS) hanno clonato una coppia di furetti dai piedi neri (Mustela nigripes) utilizzando il materiale genetico conservato da una femmina di furetto 45 anni fa.
La nascita dei due furetti battezzati Noren e Antonia, perfettamente sani, è un fatto storico, che permetterà di variare il limitato patrimonio genetico nella piccola comunità di circa 300 furetti dai piedi neri ancora vivente, e tutta discendente da una famiglia trovata per caso nel Wyoming nel 1981 quando si credeva che fossero già estinti.
Adesso, i due furetti clonati da cellule provenienti da un esemplare dello zoo di San Diego che erano state congelate nel 1988, hanno compiuto quasi un anno di vita e godono di ottima salute.
Questo importante risultato ha l’obiettivo di fermare l’estinzione di questi piccoli predatori, una delle specie autoctone del Nord America attualmente più minacciate dalla crisi climatica e dalla perdita di habitat.
Gli scienziati sperano di iniziare a far riprodurre le due femmine entro la fine dell’anno. Tuttavia, il furetto dai piedi neri una volta introdotto nell’ambiente dovrà affrontare diverse sfide legate alla perdita di habitat e la diminuzione delle prede, tra cui il cane della prateria che costituisce il 90% della sua dieta.
L’animale è infatti conosciuto nei luoghi d’origine anche come Prairie dog hunter (cacciatore di cani della prateria) o American polecat (puzzola americana). Grazie a questa ricerca, la diversità genetica dei nuovi furetti dovrebbe servire a migliorare la resilienza della specie e quindi la sopravvivenza nell’ambiente naturale che permetterebbe loro di ripopolare il territorio e salvarsi dall’estinzione.