Le proteste nei campus statunitensi non sono rallentate durante il week-end. Anzi, sono semmai aumentate di intensità. Arresti si sono verificati in vari istituti, e addirittura alla UCLA si è arrivati alle mani fra pro-palestinesi e pro-israeliani dopo che alcuni manifestanti hanno sfondato una barriera che l’amministrazione dell’ateneo aveva allestito per separare le due fazioni.
I membri di entrambi i gruppi si sono spintonati a vicenda e hanno gridato slogan e insulti, in alcuni casi persino scambiandosi pugni e calci. Gli spintoni sono continuati per un po’ di tempo, prima che la polizia del campus, armata di manganelli, separasse i gruppi. La polizia della città, al contrario, non è intervenuta.
“L’UCLA ha una lunga storia di protesta pacifica e siamo affranti per la violenza che si è scatenata”, ha dichiarato in un comunicato Mary Osako, vice-cancelliere per le comunicazioni strategiche dell’UCLA. L’ateneo ha intanto annullato la cerimonia di consegna dei diplomi a causa dei disordini.
Nelle ultime due settimane, i manifestanti pro-palestinesi hanno occupato diversi campus universitari in tutti gli Stati Uniti, a seguito dell’arresto di massa di oltre 100 filo-palestinesi alla Columbia University di New York avvenuto più oltre una settimana fa. Diverse amministrazioni universitarie hanno intimato ai manifestanti di sloggiare, preoccupate dall’aumento dei fenomeni di antisemitismo da parte soprattutto di partecipanti esterni al corpo studentesco.
La situazione all’epicentro della rivolta, ossia il West Lawn della Columbia (qui il nostro reportage dal campus), è rimasta prevalentemente pacifica per tutto il fine settimana, mentre i colloqui tra i funzionari dell’università e i leader degli studenti proseguono. Lo stesso non si può però dire del resto del Paese, dove sono state tratte in arresto più di 200 persone – inclusa la Washington University di St. Louis.
Sulle proteste studentesche è tornata anche la Casa Bianca, il cui portavoce per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha dichiarato domenica su ABC News che Joe Biden comprende perché molti americani provino sentimenti forti nei confronti della guerra a Gaza. “Lo rispetta e, come ha detto molte volte, noi rispettiamo certamente il diritto di protesta pacifica”, ha detto Kirby, aggiungendo tuttavia che “le persone dovrebbero avere la possibilità di esprimere le loro opinioni e di condividere pubblicamente i loro punti di vista in maniera pacifica”.