La chiamava Sweetheart, tesoro, e diceva che gli aveva salvato la vita molte, molte volte. La pistola di Al Capone, una Colt .45 semi automatica che il gangster portava sempre con sé, sarà messa in vendita dalla Richmond Auctions in Carolina del Sud il 18 maggio.
Lasciata in eredità alla moglie Mae, la Colt è poi passata al figlio Sonny e poi alle nipoti del gangster che l’avevano messa all’asta nel 2021, prezzo battuto 860.000 dollari. A tre anni di distanza torna in vendita e questa volta si pensa che potrebbe raggiungere dai 2 ai 3 milioni di dollari, e forse di più; offerta di base 500.000 dollari.

Secondo Jordan Richmond, proprietario della Richmond Auctions, potrebbe battere il record dei 6 milioni pagati per l’arma che uccise Billy the Kid, o i 5 milioni pagati per i due revolver dell’esercito che furono dell’ex presidente Ulysses S. Grant.
Quanta gente avrà ammazzato, quante cose avrà visto “Sweetheart”? L’attuale proprietario, un uomo d’affari di Las Vegas, l’aveva comprata come una cosa divertente da far vedere ai clienti in ufficio (e magari pensando giustamente a un investimento) e si è rivolto alla casa d’aste leggendo che aveva venduto l’anno scorso alcune armi possedute dalla famiglia di John Wayne per 5,4 milioni di dollari.
Nel 2021, la pistola era stata venduta vicino a Sacramento in California, dove Sonny Capone viveva dopo aver cambiato nome in Brown; era parte di un lotto di 174 pezzi che includevano fotografie, orologi, gioielli, mobili e oggetti da cucina posseduti dalla famiglia.
Al Capone, anche detto “Scarface” per una cicatrice rimediata in una rissa da bar, o “Big Al”, nato a Brooklyn, quarto di nove figli di una coppia di immigrati salernitani, fu uno dei gangster più famosi della storia americana, nemico pubblico n. 1 dell’FBI. Dopo un decennio di carriera nella mafia cominciata a New York e sviluppata soprattutto a Chicago, la giustizia riuscì ad condannarlo per evasione fiscale nel 1931, a 11 anni di carcere. La pena scontata a Alcatraz (San Francisco) gli fu poi ridotta ma quando tornò in libertà era già minato dalla sifilide contratta da ragazzo.
Durante l’era del proibizionismo negli anni Venti, a Chicago il giovane Capone fu uno degli uomini più temuti del crimine organizzato. La sanguinosa guerra fra bande per il controllo del mercato dell’alcol ebbe il suo culmine nella cosiddetta “strage di San Valentino”, quando sette uomini furono massacrati in un garage. Nessuno fu condannato, ma Capone è considerato il mandante.
La nipote Diane Patricia Capone, che non l’aveva mai visto prima che tornasse in Florida, ha dichiarato in passato che la famiglia vorrebbe ricordare il nonno che hanno conosciuto e non il mafioso. “Ha vissuto gli anni che gli rimanevano cercando di far pace con Dio e pensando di aver avuto una seconda possibilità. Giocava con noi bambine ma era chiaramente un uomo complesso”. Capone morì a Miami nel 1947: aveva solo 48 anni.