Fra le molte storie che emergono dalla tragedia di Gaza, alcune esplodono di fronte agli occhi dei reporter e rendono personale il dramma di tutte. È morta Sabreen al-Rouh, la neonata nata prematura grazie a un parto cesareo in condizioni disperate. Nella Striscia devastata dalla guerra, dove le medicine scarseggiano, i medici erano riusciti a farla nascere mentre la madre ferita giaceva morente. Anche il padre e una sorellina erano morti sotto i bombardamenti.
Ma la neonata palestinese, che portava il nome della madre, è deceduta all’ospedale emiratino di Rafah, ha annunciato venerdì suo zio. Sabreen era tenuta in vita dai macchinari, ma respirava male. “Mi hanno telefonato dall’ospedale per dirmi che il suo stato era peggiorato, che non erano riusciti a salvarla, che aveva raggiunto i genitori” ha detto lo zio, Rami al Sheikh. L’uomo è andato. riprendersi il corpicino in ospedale: “ho aperto la tomba di suo padre Shukri e l’ho seppellita lì, nel cimitero Awni Daher di Rafah”.
Il bombardamento israeliano aveva colpito una settimana fa la casa della famiglia a est di Rafah. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, almeno 19 persone sono morte in quell’isolato. La madre della piccola, Sabreen aò-Sakani, era arrivata agonizzante all’ospedale, gravemente ferita alla testa e all’addome, con difficoltà respiratorie. Valutandola in fin di vita e vedendo che era incinta, in ospedale hanno deciso per un cesareo d’urgenza. La donna è morta pochi minuti dopo.
“Per volontà di Allah era scritto che Rouh, figlia di Sabreen al-Sakani, dovesse raggiungere la famiglia per l’eternità, nonostante gli sforzi della squadra neonatale dell’ospedale della Mezzaluna Rossa emiratina per salvarla” scrive in un post l’ospedale venerdì.
A Rafah si ammassano un milione e mezzo di persone più di un milione delle quali sfollati da altre zone della Striscia dopo oltre sei mesi di bombardamenti e combattimenti. L’intero territorio ospita 2,4 milioni di persone. Secondo Israele proprio a Rafah sono asserragliati gli ultimi battaglioni di Hamas e da settimane lo Stato ebraico minaccia un’offensiva via terra che tutti i mediatori cercano di scongiurare.
Il 7 ottobre, Hamas ha scatenato un’offensiva senza precedenti in territorio israeliano che ha provocato la morte di quasi 1.200 persone, per lo più civili; oltre 200 sono stati tratti in ostaggio a Gaza, e molti di quelli non rilasciati sarebbero morti.
Israele ha promesso di annientare il movimento estremista che governa Gaza dal 2007 e ha lanciato un’offensiva via terra e via aria che fino adesso ha ucciso quasi 34.500 persone, in larga parte civili.