I giovani americani sono più inclini a spendere in prodotti pubblicizzati sui social media.
Ad affermarlo è un recente sondaggio proposto dalla compagnia di servizi finanziari Bread Financial, attraverso cui è emerso che il 62% della Gen Z si lascia “corrompere” dai trend di TikTok nell’acquisto di articoli sostanzialmente inutili eppure piuttosto cari (vedi la famosa borraccia termica Stanley mug, sul mercato alla cospicua cifra di 50$) e che il 68% dei millenials fa affidamento sui servizi di cibo a domicilio perché poco propenso a prepararsi un pasto in autonomia. Tutte spese che suonano eccessive e possono in apparenza suggerire una certa superficialità da parte dei giovani americani nella gestione dei propri risparmi; tuttavia, ad un’analisi più attenta del fenomeno, una simile condotta si è rivelata il prodotto finale di una notevole consapevolezza dei soldi e di un più sano rapporto con questi ultimi. Entriamo ora nel merito del discorso.
Se si considera infatti la generazione più “anziana”, quella dei baby boomers, emerge chiaramente un atteggiamento parsimonioso verso le spese cosiddette “non necessarie”, nel senso che ci si limita alle cose strettamente necessarie. Il sondaggio sottolinea, a tal proposito, che meno di un quarto della popolazione che va dal 1946 al 1964 si concede compere sovrabbondanti, sulla falsa riga di quelle dei più giovani. Questo è indice di moderazione e senso del dovere ma nasconde anche il rovescio della medaglia: se vige la norma dell’”utile” prima del “piacevole”, è altrettanto vero che così facendo si sviluppa un comportamento ansiogeno verso il denaro e la relativa amministrazione.
Cosa che, al contrario, non accade con la Gen Z ed i millenials: entrambe le categorie non solo sono consapevoli delle entrate e delle uscite nelle proprie tasche (facendo fruttare le prime, rispettivamente dell’ 83% e dell’84%) ma hanno anche imparato a gestirle con senno e cognizione.
La compagnia Bread Financial non a caso evidenzia la tendenza di questi ultimi, innanzitutto, a parlare di soldi e delle strategie messe in atto per risparmiarli con totale serenità e disinvoltura sia tra amici sia in famiglia, situazione che si verifica con minore frequenza da parte delle generazioni precedenti.
Anche il rapporto con i social media ha dettato un cambio di prospettiva in tal senso: potersi confrontare con influencers che parlano dell’argomento, è una spinta ad informarsi, fare ricerca sul discorso finanze, cercando poi di trarne le giuste conclusioni. Conclusioni che non arrivano solo dal mondo virtuale ma che, spesso e volentieri, vedono i ragazzi impegnati in raffronti sul tema con professionisti del settore: non è inusuale assistere dunque ad un millenial o Gen Z che si rivolge ad un commercialista o ad un consulente finanziario (dal sondaggio, il 10% di loro ne usufruisce).
Tale mossa preventiva è un metodo per assicurasi stabilità economica in futuro e per acquisire conoscenze altrimenti difficilmente reperibili in campo economico e finanziario. Il che si traduce nella possibilità di accedere a mutui vantaggiosi e nella speranza di eludere la contrazione di futuri debiti.
Non meno irrilevante è la questione relativa alla salute mentale: un atteggiamento ossessivo nella gestione dei risparmi non può che essere foriero di ansia e stress, due stati d’animo che i giovani vogliono evitare ad ogni modo, concedendosi qualche spesa superflua in più ma sapendo perfettamente fino a che punto spingersi.