Secondo un’analisi condotta da the Centers for Disease Control e da Prevention’s National Center for Health Statistics, nel 2023 gli Stati Uniti hanno registrato il più basso numero di nascite dal 1979.
Lo scorso anno infatti sono nati 3.591.328 contro i 3.667.758 del 2022, con una diminuzione dunque pari al 2%. Decrescita che si era già manifestata a partire dal 1991 e che è maturata definitivamente con l’avvento degli anni Duemila. Nello specifico, nell’arco di tempo che va dal 2015 al 2020 è emerso per ogni anno un calo delle nascite pari al 2%, fino al picco del 4% tra il 2019 e il 2020.
Poi il graduale miglioramento nei due anni a seguire (pari all’1%), prima del grande collasso del 2023 che ha coinvolto donne bianche, asiatiche, nere e native americane; fuori dal coro restano invece quelle ispaniche, con un aumento dell’1%.
Anche le modalità legate alle nascite dei bambini sono mutate. Secondo il report, nel 2023 il 32.4% di queste è stato il frutto di un parto cesareo, un tasso che non si presentava così alto dal 2013.
Se si indaga sulla popolazione femminile coinvolta in questa tendenza, è facile constatare come non vi sia alcuna distinzione di età: il calo delle nascite ha coinvolto tanto la fascia dai 20 ai 29 anni e quella dai 30 ai 39, quanto quella delle teenagers tra i 15 ed i 19 anni (quest’ultime registrando un crollo delle nascite da 13.6 a 13.2 ogni 1,000 donne, dunque equivalente al 3%).
Resistono solo le giovanissime, dai 10 ai 14 anni, e le donne dai 40 anni in su, confermando all’incirca le percentuali del 2022.
Un fenomeno meglio comprensibile se si fa riferimento anche al tasso di fertilità totale: lo scorso anno sono nati 1.616,5 bambini per 1.000 donne in America, contro i 2.100 indispensabili a garantire la crescita demografica. Una condizione, anche questa, che non si riproponeva dal 1971 e che Brady Hamilton, uno degli autori del report elaborato dal CDC’s National Center for Health Statistics, commenta mettendo in chiaro che “Per compensare il tasso di decessi, ogni donna dovrebbe mettere al mondo 2,1 bambini in media, insieme al proprio partner”.
Eppure le donne scelgono di non avere figli poiché sussistono vari elementi a sfavore della genitorialità: il dibattito sull’accesso all’aborto primo fra tutti, le preoccupazioni dettate da un’economia schiacciate che non permette di avere un reddito sufficiente alla crescita della prole e ancora la mancanza di diritti in ambito lavorativo, considerando che le donne subiscono tuttora pesanti discriminazioni in termini di mansioni e di stipendi. Non manca all’appello anche un discorso legato all’ecoansia, di cui si sente sempre più parlare e non senza una valida motivazione: il terrore di lasciare i nascituri in una Terra che non ha nulla da offrire se non autodistruzione è un deterrete non trascurabile.
Tra le giovani è invece un’educazione sessuale sempre più presente ed efficace a creare quella consapevolezza necessaria ad avere rapporti sessuali sicuri e consapevoli.