Il Servizio segreto degli Stati Uniti starebbe lavorando ad un piano di protezione qualora vi fosse la possibilità che l’ex presidente Donald Trump venga messo in prigione in questi giorni, per aver ripetutamente violato il gag order, il divieto di attaccare i giurati e i testimoni del suo processo riguardante l’uso di denaro sporco.
Come riferito da ABC, infatti, il giudice Juan Merchan potrebbe decidere di mandare il tycoon in isolamento per un breve periodo di tempo. Martedì, il magistrato si è riservato di prendere una decisione in merito dopo un’udienza controversa. I procuratori, invece, hanno detto che a questo punto stanno cercando di ottenere una multa. “Non stiamo ancora cercando una pena detentiva”, ha detto l’assistente del procuratore distrettuale Chris Conroy, “ma sembra piuttosto che l’imputato stia provando ad ottenerla”.
Al momento, la possibilità che Merchan possa decidere di mettere il tycoon in una cella appare alquanto remota: nonostante ciò, i funzionari del Servizio segreto continuano a lavorare tenendo d’occhio tutte le varie eventualità. Al momento, non sono state ancora rilasciate informazioni circa il da farsi, qualora Trump dovesse realmente finire dietro le sbarre.

L’ex presidente è sotto processo con l’accusa di aver falsificato i registri aziendali per nascondere il rimborso di un pagamento di denaro non richiesto, che l’allora avvocato Michael Cohen fece all’attrice di film per adulti Stormy Daniels, prima delle elezioni del 2016.
“In base alle leggi federali, i Servizi Segreti degli Stati Uniti devono fornire protezione ai leader governativi in carica, agli ex presidenti e First Lady, ai capi di Stato in visita e ad altre persone designate dal Presidente”, ha dichiarato l’agenzia di intelligence in un comunicato, “Studiamo i luoghi e sviluppiamo modelli di protezione completi e stratificati che incorporano tecnologie all’avanguardia, intelligence protettiva e tattiche di sicurezza avanzate per salvaguardare i nostri protetti. Al di là di questo, non rilasciamo commenti su specifiche operazioni di protezione”.
I pm che stanno lavorando al caso, hanno riferito che Trump ha violato il gag order impostogli alcune settimane fa in almeno 10 occasioni nell’ultimo mese. Gli avvocati del tycoon, invece, hanno spiegato che i procuratori non hanno dimostrato che le parole rilasciate da Trump sui social media siano state violazioni intenzionali dell’ordine impostogli.
I legali del candidato presidenziale del GOP hanno definito il gag order come “vago”, affermando che il loro assistito può rilasciare dichiarazioni “politiche”.