Sembrerebbe che Donald Trump abbia trovato un nuovo metodo per raccogliere denaro da destinare alla propria campagna. Il tycoon, infatti, ha chiesto ai candidati che corrono a novembre per varie cariche nel partito repubblicano di dargli almeno il 5% di quel che raccolgono, se usano le sue fattezze o il suo nome nella loro pubblicità elettorale.
Nella lettera inviata ieri, inoltre, i responsabili del team elettorale dell’ex inquilino della Casa Bianca, Susie Wiles e Chris LaCivita, hanno spiegato che “qualsiasi condivisione superiore al 5% sarà vista con favore dalla RNC e dalla campagna del Presidente Trump, e sarà regolarmente riferita ai più alti livelli di leadership di entrambe le organizzazioni”. I funzionari del candidato del GOP hanno insistito sul fatto che lo scopo della richiesta del 5% non era quello di raccogliere fondi per il tycoon, ma piuttosto quello di dissuadere i “truffatori” dall’utilizzare il marchio di Trump senza il suo permesso.
Una motivazione che non ha certo convinto i più. La lettera in questione, infatti, arriva mentre Trump sta lottando per colmare il divario con la raccolta fondi del presidente Joe Biden, il cui team elettorale ha dichiarato di aver raccolto oltre 190 milioni di dollari, più del doppio rispetto alla cifra ottenuta finora dal leader di MAGA. L’entourage del tycoon, dunque, pur essendo consapevole che sarà davvero difficilissimo colmare il gap, sta quantomeno cercando di recuperare terreno, chiedendo un ulteriore sforzo anche agli altri membri del partito repubblicano.

La richiesta è stata inoltrata nella stessa settimana in cui a New York è iniziato il processo che vede coinvolto l’ex presidente statunitense, accusato di aver per aver falsificato i registri aziendali per occultare un pagamento di denaro segreto alla pornostar Stormy Daniels, nel 2016. Una vicenda che secondo molti ostacolerà la campagna elettorale del tycoon.
I candidati e i comitati repubblicani, dal canto loro, da tempo utilizzano il nome e l’immagine di Trump negli appelli per la raccolta fondi. Ora, però, non potranno più farlo senza “pagare dazio”, e soprattutto senza rispettare alcune indicazioni fornite dalla campagna del tycoon. Nella lettera inviata mercoledì, infatti, Wiles e LaCivita hanno chiesto ai candidati del GOP di non parlare a nome di Trump, né della sua famiglia.
Dopo aver preso il controllo del Comitato nazionale repubblicano il mese scorso, la campagna dell’ex inquilino della Casa Bianca ha istituito un comitato di raccolta fondi congiunto con il RNC, che ha permesso al team di ricevere assegni per oltre 814.000 dollari.