In risposta ad una interruzione di corrente elettrica senza precedenti nel Paese, in Ecuador arriva la settimana “cortissima”. Il governo locale, infatti, concederà ai lavoratori del settore pubblico e privato di restare a casa il giovedì ed il venerdì, proprio per risparmiare energia. I dipendenti, dunque, lavoreranno per tre giorni, dal lunedì al mercoledì.
I blackout improvvisi che hanno colpito la nazione sudamericana lunedì, hanno provocato una reazione furiosa da parte del presidente Daniel Noboa, che ha licenziato Andrea Arrobo, il suo ministro dell’Energia. Gli esperti indicano la siccità come causa principale della crisi, innescata dal fenomeno meteorologico El Niño. L’Ecuador, così come altre nazioni andine, dipendono fortemente dalle dighe idroelettriche che sfruttano il deflusso dell’acqua dalle montagne.
Noboa, invece, ha imputato la crisi a una combinazione di “circostanze ambientali” e “atti di corruzione e negligenza inauditi”. In una dichiarazione rilasciata mercoledì, il leader politico, il cui indice di gradimento si aggira intorno all’80% grazie alla recente repressione delle gang di strada che per diversi anni hanno terrorizzato il Paese, ha citato 22 “sabotatori”, tra cui la signora Arrobo, accusata di avergli nascosto l’incombente crisi energetica. Quest’ultima è stata ora sostituita ad interim da Roberto Luque, ministro dei trasporti.
Noboa ha dichiarato la sospensione della settimana lavorativa di cinque giorni e ha ordinato all’ufficio del procuratore generale di indagare sulla crisi energetica. L’Ecuador, come gran parte dell’America Latina, è da tempo afflitto da una corruzione dilagante.
Tuttavia, la rapidità con cui Noboa ha attribuito la colpa della crisi energetica ad Andrea Arrobo ha sollevato delle perplessità, con i critici già preoccupati per la sua apparente vena autoritaria. Questi ultimi, in particolare, hanno citato l’ordine alla polizia di fare irruzione all’ambasciata messicana di Quito, per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas, o il referendum per affrontare la violenta ondata criminale del Paese, con quesiti che chiedono pene detentive più lunghe.
Matias Abad, analista del portale d’informazione locale “Primicias”, ha infine affermato che “Noboa sta utilizzando il pungo di ferro nei confronti del crimine organizzato come strategia politica”.