Secondo un rapporto pubblicato ieri da una commissione speciale della Camera, la Cina sta alimentando la crisi del fentanyl negli Stati Uniti sovvenzionando direttamente la produzione di materiali che vengono utilizzati dai trafficanti per produrre la droga. Gli investigatori della commissione hanno identificato l‘esistenza di sconti fiscali in Cina per la produzione di precursori specifici del fentanyl e di altre droghe sintetiche, a patto che le aziende vendano queste droghe fuori dal Paese asiatico.
“Attraverso sovvenzioni, sussidi e altri incentivi, la Repubblica Popolare Cinese (RPC) danneggia gli americani e arricchisce le sue aziende”, ha comunicato la commissione presieduta dal repubblicano del Wisconsin Mike Gallagher, “Tutto ciò, unito alle nuove prove che dimostrano che la RPC incentiva l’esportazione di droghe illegali all’estero e detiene partecipazioni in società che fanno lo stesso, mette in dubbio la veridicità delle affermazioni del Paese, secondo le quali agirà per arginare la massiccia esportazione di materiali illeciti di fentanyl e altri pericolosi narcotici sintetici, e rafforza la necessità di una cooperazione globale e di una comunicazione tra le forze dell’ordine”.
Il gruppo di esperti aveva avviato un’indagine sul ruolo della Cina nella crisi del fentanyl, che comprendeva, secondo il rapporto, l’esame di siti web pubblici, l’analisi di documenti governativi e l’identificazione delle vendite di narcotici online. La commissione ha inoltre dichiarato nel suo comunicato di non aver “trovato alcuna prova di nuove azioni penali” per frenare il flusso di sostanze chimiche negli Stati Uniti.
Il rapporto di martedì contiene anche alcune raccomandazioni per frenare il flusso di componenti di fentanyl prodotti in Cina e diretto verso gli States. Uno dei suggerimenti proposti da Gallagher e soci è quello di istituire una task force congiunta per la lotta agli oppioidi, che si concentri sui punti deboli della catena di approvvigionamento globale. Il rapporto consiglia anche di rafforzare le autorità sanzionatorie e di mobilitare le misure di applicazione del commercio e delle dogane per limitare il traffico della sostanza, oltre a colmare le lacune normative.
Se da un lato, dunque, i funzionari statunitensi hanno identificato la Cina come la principale fonte degli ingredienti chiave che i cartelli della droga utilizzano per sintetizzare il fentanyl, dall’altro la RPC ha affermato che gli USA sono stati carenti nei loro sforzi per sopprimere la domanda interna di oppioidi.
Negli ultimi tempi, i due paesi avevano tenuto diversi colloqui incentrati sulla crisi legata alla diffusione incontrollata della “droga degli zombie”. La Cina decise poi mettere fine alla cooperazione in materia di stupefacenti, dopo il viaggio dell’allora speaker della Camera americana, Nancy Pelosi, a Taiwan.