Questa mattina un ingegnere della Boeing, che la scorsa settimana aveva reso pubbliche le sue preoccupazioni per la sicurezza del 787 Dreamliner della compagnia, ha testimoniato davanti a una commissione del Senato, affermando che era molto preoccupato per le scorciatoie che la Boeing aveva deciso di adottare nella catena di assemblaggio del 787 Dreamliner. Scorciatoie che avrebbero potuto portare a incidenti se non fossero ripresi i controlli di qualità sulla produzione degli aerei.
L’ingegnere, Sam Salehpour, che ha lavorato alla compagnia per quindici anni, ha affermato che, nel tentativo di velocizzare la produzione, la Boeing ha eliminato una serie di passaggi che esaminavano la qualità della produzione dell’aereo nei vari passaggi dell’assemblaggio e che pertanto la Boeing stava consapevolmente producendo aerei che potevano nascondere difetti strutturali e che quando lo ha fatto presente ai suoi superiori è stato punito per aver espresso queste preoccupazioni.
Nel corso dell’audizione Salehpour ha detto di avere scoperto falle nella produzione del 787 Dreamliner, un aereo che secondo lui ha seri problemi soprattutto per quanto riguarda la messa insieme della fusoliera dell’aereo. Secondo Salehpour i pezzi esterni dell’aereo sono stati uniti in modo errato, un difetto che può provocare la rottura strutturale dell’aereo in volo, a causa del logoramento legato al lungo utilizzo.
“Per accelerare la produzione – ha detto Salehpour alla commissione del Senato – alla Boeing i pezi della fusoliera venivano saldati sotto pressione in modo da dare l’idea che fossero stati eliminati tutti i possibili vuoti nella struttura, un modo per nasconderli, ma non eliminarli. Un modo per ocultare lo stress test dei materiani nella struttura composita dell’aereo. I vuoti nella fusoliera non possono sparire in questo modo – ha aggiunto – e questo può portare a problemi con le vibrazioni e il movimento e il conseguente logoramento del velivolo. Posso dire che, di fatto, sono stati messi in circolazione aerei difettosi”.
Queste accuse colpiscono una compagnia che da tempo è sotto inchiesta dopo il caso del 737 Max 9 dell’Alaska Airlines che a gennaio ha perso parte della fusoliera, incluso il portellone, poco dopo il decollo da Portland, in Oregon. L’incidente non si è trasformato in tragedia grazie alla vicinanza dall’aeroporto e alla freddezza dei piloti. Da allora, la compagnia è stata indagata dalla Federal Aviation Administration e dal Dipartimento di Giustizia per questo episodio.
Salehpour ha testimoniato insieme a un altro informatore della Boeing, Ed Pierson, un ex senior manager che si è ritirato dalla società nel 2018 e ha testimoniato davanti al Congresso l’anno successivo dopo due incidenti mortali che hanno coinvolto il 737 Max. A loro si unirono Joe Jacobsen, un ingegnere che lavorò alla Boeing e alla F.A.A., e Shawn Pruchnicki, un ex pilota di linea che insegna alla Ohio State University.
L’udienza ha avuto luogo poco più di un mese dopo che un altro informatore della Boeing, John Barnett, era stato trovato morto alcuni giorni prima della sua testimonianza in una vertenza contro la società da lui accusata di ritorsioni dopo che aveva segnalato anche lui problemi di produzione in una fabbrica in cui vengono assemblati i Boeing 787 nella Carolina del Sud. La polizia locale ha detto che Barnett era morto per una ferita da arma da fuoco autoinflitta.
Il fratello di Barnett ha detto all’Associated Press che John “soffriva per stress e attacchi di ansia a causa dell’ambiente di lavoro ostile alla Boeing dopo che aveva fatto presente che non venivano più fatti i controlli sulla qualità del lavoro”.
Il Ceo di Boeing, David Calhoun, era stato chiamato a testimoniare oggi davanti alla commissione ma non si è presentato. Calhoun lascerà l’incarico il 31 dicembre di quest’anno. Con lui andranno via anche il presidente del consiglio di amministrazione, Larry Kellner, e Stan Deal, che ricopriva il ruolo di presidente e amministratore delegato degli aerei commerciali.
“Voglio chiarire – ha detto l’ex ingegnere della compagnia – di aver segnalato questi problemi per tre anni ma sono sempre stato ignorato. Mi dissero che non dovevo creare ritardi, mi fu detto chiaramente di chiudere la bocca”. Salehpour ha detto di essere stato escluso dalle riunioni sui progetti, minacciato dal suo capo dopo aver espresso preoccupazioni e crede che qualcuno gli abbia forato le gomme della sua auto mentre era al lavoro.
Nessuno della Boeing ha preso parte all’udienza. Il mese scorso, Blumenthal e il massimo repubblicano della sottocommissione, il senatore Ron Johnson del Wisconsin, avevano scritto all’amministratore delegato della Boeing, Dave Calhoun, chiedendogli di testimoniare.