Alla fine della prima giornata del suo processo a New York, ieri, Donald Trump ha di nuovo preso di mira il giudice Juan Merchan, accusandolo di non volergli permettere di presenziare alla cerimonia della consegna del diploma liceale del figlio Barron.
La cerimonia è prevista per il 17 maggio: il magistrato ha detto che potrebbe “considerare l’ipotesi di interrompere per un giorno” se il processo non sarà troppo in ritardo sui tempi previsti. Il tycoon, però, ha preso la risposta come un no e ha approfittato per presentarsi di nuovo come una vittima di un complotto che addirittura vuole tenerlo lontano dal figlio. Merchan ha inoltre affermato che se Trump non rispetterà la sua decisione e parteciperà comunque alla cerimonia in Florida, sarà incarcerato.
“Sembra che il giudice non mi permetterà di andare al diploma di mio figlio che ha lavorato duramente, ed è un grande studente”, ha invece affermato il candidato presidenziale repubblicano una volta uscito dall’aula, “Sono molto orgoglioso che sia andato così bene. Ho aspetto, per anni, che si diplomasse davanti a sua madre e suo padre. Sembra che il giudice non mi permetterà di sfuggire a questo processo truffa”.

Trump si è poi lamentato del fatto che non gli sia stato concesso un trattamento equo, parlando della sua richiesta di “immunità presidenziale” pendente alla Corte Suprema, e del fatto che le persone in tutti gli Stati Uniti “vengono rapinate e uccise tutto il giorno” mentre i procuratori si occupano del suo caso. “È perfetto per i Democratici della sinistra radicale: è esattamente quello che vogliono”, ha aggiunto, “si tratta di interferenze elettorali, tutto qui”.
Successivamente, il tycoon, sul proprio social network Truth, ha comunicato: “Chi spiegherà per me, al mio meraviglioso figlio Barron, che è un ottimo studente di una scuola fantastica, che probabilmente a suo padre non sarà permesso di partecipare alla sua cerimonia? Sembra davvero una cosa ingiusta, vero?”.
Lunedì, Trump è diventato il primo ex presidente degli Stati Uniti ad affrontare un processo penale, dopo essere stato accusato dal procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, per aver falsificato i registri aziendali per occultare un pagamento di denaro segreto alla pornostar Stormy Daniels, nel 2016.
Dal canto suo, il tycoon, dinanzi ai giornalisti presenti a New York, ha definito questo processo come “una persecuzione politica, un’aggressione all’America”. Il candidato repubblicano ha inoltre aggiunto: “Sono fiero di essere qui. Questo è un attacco al nostro Paese, un Paese che sta fallendo”.