Alla Trump Tower tutto il personale dell’ex presidente è tornato in servizio a tempo pieno.
La sua squadra elettorale ha spostato il quartier generale da Mar a Lago in Florida a New York.
La polizia è agli ingressi del grattacielo di cristallo nero con le transenne per strada come ai vecchi tempi. Donald Trump è tornato nella sua vecchia casa e da questa mattina sarà il primo ex presidente degli Stati Uniti, e nuovamente candidato alla Casa Bianca, a dividere le sue giornate fra tribunale e comizi. Il primo presidente a sostenere un processo criminale che oltre a imporgli sanzioni pecuniarie, alle quali Trump è abituato, se ritenuto colpevole, lo potrebbe portare in carcere per anni.
Trump infatti non è solo accusato di frode e falso in bilancio societario per aver distorto i suoi libri contabili nel tentativo di nascondere il pagamento di 130.000 dollari spesi per comprare il silenzio di una pornostar con la quale aveva passato una notte e la cui notizia lo avrebbe danneggiato politicamente. E’ anche accusato di averlo fatto utilizzando fondi della sua campagna elettorale rigidamente regolati dalle leggi di New York che obbligano a riportare la motivazione per ogni cifra spesa.
Trump si è già dichiarato innocente. Ha detto che quei fondi erano stati versati al suo ex avvocato e oggi arcinemico Michael Cohen, considerato uno dei testimoni chiave del processo per i suoi servizi legali. Cohen sostiene che è stato invece Trump a ordinagli di pagare la spogliarellista Stormy Daniels perché non rivelasse il loro affair sotto elezioni.
L’ex presidente, insuperabile nel creare un circo mediatico intorno a lui, vuole sfruttare le telecamere come strumento per dilatare la sua pubblicità e rafforzare la base Maga intorno a lui. Ha promesso che sarà sempre presente in aula, pronto a testimoniare se verrà chiamato alla sbarra.
Ma soprattutto Trump da oggi sarà in aula per presenziare alla scelta dei giurati e per guardarli in faccia. La selezione avverrà fra decine di persone di ogni razza e ceto sociale scelti dalle lotterie del tribunale, che avranno nelle loro mani le sue sorti al termine di un processo che non dovrebbe durare più di 6 settimane.
A ciascun potenziale giurato convocato per la selezione è stato chiesto di compilare 42 domande di un questionario bizzarro dove si deve dichiarare se si è mai stati dipendenti di Trump o suoi sostenitori, se si guardano network televisivi come la Fox news o quelli dell’estrema destra come Max news per informarsi, se in pratica si dispone già di un’opinione pro Trump o anti Trump prima che il processo abbia inizio.
Tutti i media americani sono già piazzati nello slargo di Center Street dove hanno sede i tribunali di Manhattan. In aula potrà accedere soltanto un ristretto numero di giornalisti e avvocati e il procedimento non potrà essere trasmesso in diretta come invece è avvenuto per il caso di OJ Simpson nel 1995 a Los Angeles o come avverrà col processo che Trump deve affrontare in Georgia per aver cercato di rubare 11780 voti elettorali.
Complessivamente Donald deve rispondere di 94 capi di accusa suddivisi in 4 processi che il presidente dopo aver speso oltre 350 milioni in avvocati, tenta di rinviare a dopo la scadenza elettorale di Novembre.
Il suo piano è lucido. Se vincesse nuovamente la Casa Bianca potrebbe azzerarli uno dopo l’altro e con un decreto presidenziale si potrebbe auto perdonare per il passato. Ma il piano B prevede anche che i suoi uomini abbiano già avviato un movimento cospirativo per essere pronti a dichiarare che anche le elezioni del 2024 saranno elezioni truffa. Soprattutto se riconfermassero “il corrotto Joe Biden” alla presidenza.
Siamo arrivati al patetismo puro. In aula a New York però, nonostante il lunghissimo balletto dei rinvii, ci saranno testimoni veri, in carne ed ossa e sotto giuramento. Dovranno prevalere i fatti e non le fantasie o i complotti che Trump inventa in continuazione. L’interesse per questo processo anche se si tratta di soldi dati per zittire una pornostar è enorme sebbene criminalmente sia il più debole di tutti gli altri. Dovrà stabilire però se Trump sia o meno al di sopra della legge. E se ha violato la legge dovrà pagarne le conseguenze senza giocare la carta del martire politico come invece sta tentando in tutti i modi di fare, spettacolarizzando elettoralmente ogni sua apparizione e diffondendo dichiarazioni offensive anche contro i testimoni in violazione delle restrizioni preprocessuali imposte dal giudice.