Secondo uno studio condotto da tre sismologi affiliati al Berkeley Seismological Laboratory, dell’Università di Berkley, California, le misurazioni lungo una parte della Faglia di Sant’Andrea, a Parklfield, continuano a comportarsi in modo strano.
La ricerca in questione è stata portata a termine da Luca Malagnini, direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in Italia, Robert Nadeau e Tom Parsons, dell’ateneo statunitense, ed è stata pubblicata sulla rivista Frontiers in Earth Science.
La parte della faglia di San Andreas situata vicino a Parkfield, in California, offre agli scienziati che studiano i terremoti un’opportunità unica: a nord della città, due grandi placche si scontrano a velocità costante. A sud, invece, la faglia è bloccata. Per questo motivo, i terremoti si verificano in tale zona con una frequenza di circa 22 anni. Ciò consente ai ricercatori di raccogliere dati sismici prima, durante e dopo un terremoto. Tali scosse hanno quasi sempre la stessa magnitudo, che si aggira intorno a quota 6.
L’ultima scossa che si è verificata nel sito risale al 2004, il che suggerisce che un terremoto dovrebbe arrivare nei prossimi due anni. Ma c’è un problema: l’attività legata alla faglia non indica alcun segno di tutto ciò. Il team di ricerca osserva che l’ultimo sisma nell’area è avvenuto con circa 14 anni di ritardo. Ma ciò è avvenuto perché altri terremoti sono stati registrati in una zona abbastanza vicina, tale da togliere pressione a Parkfield.
Tuttavia, i ricercatori ritengono che un nuovo sisma si verificherà presto a causa di altri fattori. Tra questi, la pressione in parti vicine alla faglia che potrebbero portare a un terremoto ma con un epicentro leggermente spostato.
Naturalmente, il trio ha sottolineato di non poter stabilire con precisione quando si verificherà questo nuovo sisma, ma sospetta che quest’ultimo potrebbe interessare la zona entro quest’anno. L’epicentro potrebbe essere un’area disabitata a metà strada tra Santa Cruz e Santa Barbara.