La decisione della Corte Suprema dell’Arizona, che ha riattivato una legge del 1860 con cui si impone un divieto quasi totale dell’aborto, infiamma la campagna elettorale in questo Stato “chiave” per le elezioni presidenziali e che a novembre vedrà anche in ballottaggio il seggio lasciato libero dalla senatrice democratica-indipendente Kyrsten Sinema, conteso dalla repubblicana Kari Lake e dal democratico Ruben Gallego.
Ieri i leader repubblicani di Camera e Senato del parlamento statale, entrambi controllati dal GOP, hanno bloccato le proposte dei democratici per annullare la sentenza dei magistrati.
Alla Camera è stato addirittura un deputato repubblicano, Matt Gress, a presentare una mozione per mettere ai voti la proposta di legge presentata dai democratici e ferma da mesi, dopo che in commissione era stata bloccata per due volte.
“Apriamo la discussione – ha detto Gress – e cerchiamo di trovare una soluzione comune”. Ma i suoi compagni di partito lo hanno fischiato, mentre i democratici in coro gridavano: “Vergogna! Vergogna!”. A questo punto i leader repubblicani hanno chiuso la discussione e i lavori al Parlamento statale fino a mercoledì prossimo.
Lo speaker della Camera, Ben Toma, ha detto ad Axios che non sostiene l’abrogazione della legge e che non consentirà una votazione per modificarla.
Teresa Martinez, la “frusta” repubblicana alla Camera, una dei più accaniti difensori della legge del 1860, ha sostenuto che non c’era motivo di affrettare il dibattito e ha accusato i democratici di “assumere comportamenti estremisti e insurrezionalisti alla Camera”.
This is who the Arizona Senate Republicans are—they are so “pro-life” they will let women die to appeal to their radical base. They broke their own rules and ignored Democratic members who attempted to introduce a measure to repeal the territorial ban on abortion.
The walked… pic.twitter.com/LKKoCJESIQ
— Arizona Senate Democrats (@AZSenateDems) April 10, 2024
I democratici sono infuriati. “Sappiamo che la decisione della Corte Suprema è estrema. E sappiamo che se il divieto di aborto del 1864 dovesse rimanere in vigore molte persone moriranno – ha affermato la democratica Stephanie Stahl Hamilton. – Le scuse per rinviare il dibattito e discutere la proposta di legge che è stata affossata in commissione è da irresponsabili bigotti”, poi le è stata tolta la parola.
La governatrice democratica Katie Hobbs ha definito inconcepibile l’inazione del Parlamento statale.
In questo clima arroventato, la campagna per la rielezione del presidente Joe Biden ha lanciato un blitz mediatico nello Stato con un commercial pubblicitario di mezzo minuto in cui Donald Trump, che si attribuisce il merito di essere riuscito a ribaltare la storica sentenza Roe vs. Wade per aver selezionato i giudici alla Corte Suprema, afferma che ogni Stato dell’Unione deve decidere la propria politica sull’aborto. “A causa di Donald Trump, milioni di donne hanno perso la libertà fondamentale di controllare il proprio corpo”, viene detto nell’annuncio, con Biden che dice: “La vita delle donne è in pericolo a causa di questa decisione”.
Due giorni dopo aver affermato che gli Stati dovrebbero prendere le proprie decisioni sulla regolamentazione dell’aborto, Donald Trump ha criticato l’Arizona per aver ripristinato una legge che, secondo lui, va troppo oltre. Una conversione a 180 gradi che evidenzia come l’aborto continuerà a porre sfide politiche per i repubblicani.
In un videomessaggio l’ex presidente afferma che l’aborto dovrebbe essere lasciato alla discrezione degli Stati e sottolinea il suo sostegno alle eccezioni per lo stupro, l’incesto e la vita della madre. Un tentativo per togliere l’aborto come questione elettorale dal tavolo dei democratici. Tuttavia, questi ultimi hanno interpretato i commenti di Trump come un’approvazione del divieto statale di aborto e hanno indicato l’Arizona come l’ultimo esempio dell’intransigenza dei repubblicani.
I consiglieri più vicini a Trump lo avevano avvertito dei pericoli che si sarebbero corsi interferendo nelle politiche sull’aborto in ciascuno Stato, scrive il Washington Post. L’ex presidente non ha voluto seguire i suggerimenti ed è andato avanti, ritenendo che il vantaggio di lasciare la decisione agli Stati superasse il rischio di sostenere un divieto nazionale che potrebbe associarlo ulteriormente a una questione dannosa in ambito politico per i repubblicani. Tanto che ieri ha sostenuto che se dovesse essere eletto alla Casa Bianca a novembre non firmerà il divieto nazionale sull’aborto.
La vicepresidente Kamala Harris si recherà domani a Tucson, in Arizona, per tenere un evento politico incentrato sulla libertà riproduttiva, dove intende mettere Trump in prima linea e al centro della controversa decisione della Corte Suprema statale.
Ieri a Biden, in margine alla conferenza stampa dopo l’incontro con il premier giapponese Kishida, è stato chiesto il suo messaggio agli abitanti dell’Arizona sulla sentenza della Corte Suprema. Il presidente ha risposto “Eleggetemi”, aggiungendo che quella voluta dai repubblicani “è una legge in cui l’Arizona non era nemmeno uno Stato”.