Tre morti, cinque feriti e quattro dispersi. È questo, al momento, il terribile bilancio generato dall’esplosione avvenuta ieri pomeriggio presso la centrale elettrica Enel Green Power sul lago di Suviana, in Emilia Romagna. Intorno alle 14.30 di martedì, una turbina è scoppiata al piano -8, provocando prima un incendio e poi un allagamento che ha portato al crollo del solaio. In seguito al terribile incidente, sono stati travolti dodici tecnici.
Tre di questi sono morti sul colpo: le persone che hanno perso la vita nell’incidente sono Mario Pisani, 73 anni, residente a San Marzano di Giuseppe (Taranto), Vincenzo Franchina di 36 anni, residente a Sinagra (Messina), e Petronel Pavel Tanase, 45 anni, di Settimo Torinese. Cinque lavoratori sono invece rimasti gravemente feriti, venendo ricoverati d’urgenza negli ospedali di Parma, Cesena, Bologna e Pisa.
Dal momento dell’esplosione sono intervenute dodici squadre dei vigili del fuoco, di cui due di sommozzatori. A queste si aggiungono due squadre specializzate nella ricerca sotto le macerie: dovranno operare fino a 40 metri sottoterra.
“Non stiamo lavorando con molte speranze di trovare vivi i dispersi”, ha dichiarato Luca Cari, portavoce dei caschi rossi, “lo scenario che abbiamo davanti non ci dà questa idea. La situazione è molto difficile, stiamo lavorando al di sotto del livello del lago. Sta entrando l’acqua, che mette a rischio anche i nostri operatori”.
“Adesso è il momento dei soccorsi poi però pretendiamo di sapere le cause, cosa è successo”, ha invece affermato il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, “davvero non è tollerabile che si possa morire così sul lavoro”.
L’azienda del gruppo Enel, che si occupa dello sviluppo e della gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili, ha spiegato in una nota che “sta collaborando con tutte le autorità competenti ed esprime cordoglio e vicinanza al personale coinvolto e alle famiglie, che rappresentano la priorità per l’azienda”.
Restano ancora da chiarire, naturalmente, diversi aspetti della dinamica con la quale si è verificato il sinistro: sembrerebbe che poco prima dell’esplosione, gli operai avessero sentito un rumore poco rassicurante che li aveva spinti a spostarsi in un’altra ala della struttura.
Prima di formulare qualsiasi ipotesi a riguardo, però, la priorità, al momento, resta quella di recuperare i dispersi.