L’ex direttore finanziario della Trump Organization, Allen Weisselberg, è tornato in prigione a New York.
Questa mattina è stato condannato a cinque mesi di carcere per aver ripetutamente mentito sotto giuramento nel corso della sua testimonianza al processo per frode in cui erano imputati Donald Trump e i suoi figli.
Weisselberg si è presentato in tribunale vestito pronto per entrare in carcere, con pantaloni da jogging e una giacca a vento.
In una udienza lampo il giudice Laurie Peterson, dopo che il pubblico ministero aveva letto l’atto di accusa, ha lapidariamente detto: “cinque mesi di reclusione”. “Signor Weisselberg, c’è qualcosa che vuole dire?”, ha chiesto il magistrato. “No, vostro onore”, ha risposto Weisselberg prima che gli agenti gli mettessero le manette per portarlo al carcere di Rikers Island.
Weisselberg si era già dichiarato colpevole il mese scorso di due reati di falsa testimonianza per aver mentito sotto giuramento sul suo ruolo nella valutazione dell’appartamento triplex di Trump sulla Fifth Avenue per il quale aveva accettato, e difeso, la valutazione tre volte superiore in rapporto alla dimensione reale.
Durante la sua testimonianza al processo, Weisselberg si è più volte contraddetto nel dare la spiegazione sui motivi per i quali l’appartamento, che è poco meno di un migliaio di metri quadrati, era stato valutato nelle dichiarazioni finanziarie di Trump come se fosse stato di quasi tremila metri quadrati.
“Era un piccolo dettaglio rispetto al patrimonio immobiliare di Trump, che mi è sfuggito”, ha detto Weisselberg durante il processo. “Non ho mai nemmeno pensato all’appartamento.”
Ma Forbes aveva pubblicato un articolo dopo la testimonianza di Weisselberg in cui lo accusava di aver mentito nella sua deposizione in tribunale perché l’ex direttore finanziario della Trump Organization aveva svolto un ruolo chiave nel cercare di convincere la rivista economica, che aveva messo in dubbio la valutazione dell’immobile, che l’appartamento fosse grande quanto affermato nei rendiconti finanziari.

Nel corso del processo, Louis Solomon, uno dei pubblici ministeri dell’ufficio dell’Attorney General, aveva confrontato Weisselberg con le e-mail che aveva mandato a un giornalista di Forbes, il quale chiedeva chiarimenti sulle dimensioni dell’appartamento. In una di questi scambi era stata messa in allegato una lettera firmata da Weisselberg che certificava le false dimensioni dell’immobile alla Mazars USA, l’azienda contabile che supervisionava i bilanci della compagnia.
Dopo che le bugie di Weisselberg erano state scoperte, gli avvocati difensori di Trump e dei suoi figli adulti hanno tentato di riformulare la sua dichiarazione di colpevolezza come un atto di coercizione legale, piuttosto che il riconoscimento della falsa testimonianza.
A febbraio il giudice di New York, Arthur Engoron, ha condannato Trump a pagare 464 milioni di dollari allo Stato dopo aver ritenuto l’ex presidente, i suoi figli adulti, Weisselberg e un altro ex dirigente della Trump Organization responsabili di “numerosi atti di frode e false dichiarazioni” per aver gonfiando il patrimonio immobiliare della società in modo da poter ottenere condizioni di prestito più favorevoli.
Weisselberg ha lavorato con la famiglia Trump per quasi 50 anni. Dopo la prima incriminazione per evasione fiscale la società gli ha dato una buonuscita di 2 milioni di dollari e ancora oggi continua a pagare le sue spese legali.
È la seconda volta che Weisselberg finisce dietro le sbarre. L’anno scorso l’ex direttore finanziario della Trump Organization era stato condannato a 100 giorni di prigione per aver evaso le tasse su 1,7 milioni di dollari in benefit aziendali, tra cui un lussuoso appartamento a Manhattan e il leasing di due Mercedes, oltre alle rette scolastiche negli istituti privati per i suoi nipoti.