L’esercito israeliano ha annunciato di aver lasciato la città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, riducendo il numero di soldati di stanza nell’area a uno dei più bassi dall’inizio del conflitto con Hamas. Tuttavia, fonti della difesa hanno specificato domenica che i soldati si starebbero solo riorganizzando per compiere l’atteso assalto a Rafah, ultima roccaforte in mano al gruppo islamista palestinese.
Secondo le autorità militari, una “forza significativa” è ancora presente a Gaza per condurre operazioni mirate, una delle quali a Khan Younis, che è anche la città natale di Yehya Sinwar, il capo di Hamas.
Da settimane Israele annuncia come imminente l’invasione di terra della vicina Rafah, al confine con l’Egitto. Lo Stato ebraico sostiene che l’operazione sia necessaria per smantellare definitivamente Hamas, ma la comunità internazionale teme che essa possa avere un impatto catastrofico sui civili, dato che l’area ospita oltre un milione di sfollati. Israele sostiene peraltro che prima di iniziare un’operazione, evacuerà tutta la popolazione civile. Tra i Paesi preoccupati ci sono anche gli Stati Uniti, principali alleati di Israele che stanno mettendo intensa pressione su Tel Aviv per migliorare la situazione umanitaria, soprattutto alla luce dei sette operatori umanitari uccisi la scorsa settimana in un raid di Tsahal.
Le conseguenze dell’assedio di Rafah potrebbero far lievitare oltremodo il bilancio delle vittime palestinesi, che dall’inizio della guerra (lo scorso 7 ottobre) ha già superato i 33.000 morti e altri 75.600 feriti, secondo il ministero della Sanità di Gaza.
La riduzione delle truppe israeliane a Gaza va ormai avanti dall’inizio dell’anno, in modo da razionalizzare le forze e far tornare alcuni riservisti al proprio lavoro.
Al contempo, nelle scorse ore i rappresentanti di Israele e di Hamas hanno dichiarato che si sarebbero recati in Egitto per tenere negoziati. Le richieste di Hamas comprendono la cessazione delle ostilità e l’evacuazione dei soldati israeliani, oltre al libero spostamento della popolazione di Gaza; quelle dello Stato ebraico la liberazione dei circa 130 ostaggi ancora nelle mani del gruppo e la successiva ripresa delle ostilità.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato che Israele continuerà la guerra fino a quando Hamas non controllerà più Gaza o non minaccerà Israele. “Le forze stanno uscendo e si stanno preparando per le loro prossime missioni”, ha detto durante una riunione con i funzionari militari, e “anche per la loro prossima missione nell’area di Rafah”.