Un recente studio “Robots, meaning, and self-determination” (traducibile con “Robot: significato e autodeterminazione”), condotto dai ricercatori dell’Università del Colorado e della Groningen in Olanda e pubblicato sulla rivista Research Policy, ha rivelato che i robot industriali peggiorano la percezione che le persone hanno del lavoro e di se stesse.
Nell’articolo gli autori, pur notando che queste macchine sono preziose per evitare mansioni noiose e ripetitive, hanno osservato che “possono ridurre le interazioni umane a scapito dei rapporti di lavoro e diminuire la necessità di risolvere i problemi in modo creativo portandoci a uno stato depressivo. Inoltre possono diminuire le opportunità di apprendimento e limitare l’utilizzo delle competenze”. In questo senso, condividere lo spazio quotidianamente con i robot porterebbe a un processo di disumanizzazione rendendo uomini e donne più simili a loro.
Tra i punti salienti della ricerca, gli autori evidenziano come la robotizzazione diminuisca la significatività, cioè la misura in cui i lavoratori percepiscono il proprio lavoro come prezioso, significativo o propositivo, e l’autonomia lavorativa, per cui si ha la sensazione di essere produttivi. Questi aspetti e le conseguenti implicazioni non sono da sottovalutare, soprattutto nell’ambito organizzativo del futuro che potrebbe essere rimodellato sull’utilizzo quasi esclusivo di robot e AI. Quelli industriali sono in grado di interagire con l’ambiente maneggiando o spostando oggetti e svolgono principalmente attività manuali di routine sostituendo l’essere umano.
Un aspetto positivo: “Sostituendo compiti pericolosi o noiosi, i robot possono migliorare le condizioni di lavoro, che può aumentare la significatività e l’autodeterminazione – come si legge nello studio. – Le macchine stanno già assumendo compiti legati a operazioni militari ad alto rischio, esplorazioni spaziali, rilevamento e detonazione di bombe, nonché altre mansioni sporche, come la pulizia delle fogne, la mungitura delle mucche o la conduzione di autopsie”.
Tuttavia, gli autori hanno spiegato: “Scopriamo anche che l’utilizzo dei computer come strumenti per il lavoro indipendente può aiutare le persone a mantenere un senso di autonomia, competenza e relazione nelle industrie”.
Pertanto, la misura in cui i robot influenzano la percezione del significato del lavoro e dell’autodeterminazione da parte dei lavoratori, anche se spesso si è dimostrata negativa, rimane una questione empirica.